Nella consueta relazione semestrale della Direzione Investigativa Antimafia, particolare attenzione è concentrata sul clan Amato-Pagano. Stanziato nei comuni di Melito e Mugnano, il sodalizio criminale continua ad avere forte incidenza anche in alcune aree di Scampia – dove prima della faida del 2004 si concentrava la maggior parte degli interessi – e infine nel comune di Arzano. Tra Melito e Mugnano, gli “spagnoli” detengono – si legge dalla relazione Dia – “il monopolio del traffico di sostanze stupefacenti e delle attività estorsive”.
“Il 25 marzo 2019, i Carabinieri, a Giugliano in Campania, località Varcaturo, nel corso di una perquisizione presso l’abitazione del figlio, incensurato, di uno dei capi del clan Amato, hanno rinvenuto e sequestrato oltre 75 mila euro circa in contanti, presumibilmente riconducibili ad attività illecite, documentazione varia e alcuni orologi di lusso”, riporta la relazione dell’antimafia che pone l’attenzione sul potere economico del sodalizio.
Gli Amato Pagano restano tra i clan storicamente più radicati in Spagna, dove hanno mostrato interessi nel traffico di droga, ma che detengono ancora la gestione delle attività di spaccio in alcuni comparti come Lotto SC/3, Comparto H “Sette Palazzi” e Lotto P.
Nel comune di Arzano, inoltre, “la gestione delle attività illecite è suddivisa tra due sodalizi in contrasto tra loro: il gruppo cd. ‘della 167 di Arzano’, frangia del cartello Amato-Pagano, e un’associazione criminale emanazione del clan Moccia. Il gruppo ‘della 167’, che progressivamente ha guadagnato spazi di autonomia, prevalendo sul sodalizio espressione dei Moccia, è stato colpito dall’esecuzione di diversi provvedimenti cautelari a carico dei
personaggi di maggiore spessore, uno dei quali arrestato l’8 maggio 2019510. Nella stessa data, i Carabinieri hanno eseguito un provvedimento restrittivo a carico del reggente del clan legato ai Moccia. Una conferma di come il “gruppo della 167” stia scalzando l’articolazione dei Moccia è la denuncia presentata da due fratelli, uno dei
quali cognato di un elemento di spicco del clan Moccia, titolari di un’autorimessa ad Arzano, per le continue richieste estorsive, subite tra il 2014 e il 2017, ad opera del citato gruppo: il 29 marzo 2019, proprio il cognato del boss, vittima delle richieste estorsive, è stato ucciso in un agguato, ad Afragola”.