Il 4 giugno saranno 30 anni dalla scomparsa di Massimo Troisi. Sul settimanale ‘Oggi’ in edicola, troviamo un’intervista ad Anna Pavignano, sua storica compagna e sceneggiatrice di tutti i film del grande artista napoletano, candidato a ben cinque Oscar con “Il Postino”, tra cui uno come Migliore Attore Protagonista. Il ricordo, il dolore e la rabbia per quell’ultimo addio fatto per telefono.
“Non ho ancora fatto pace con la morte di Massimo – racconta a Oggi la scrittrice Anna Pavignano -. Sposarsi? No. Non era nelle sue corde e, all’epoca, neppure nelle mie. Avevamo stabilito a tavolino di essere una coppia aperta, alla moda… La verità è che abbiamo peccato di arroganza. Ci ritenevamo superiori ai sentimenti ‘borghesi’, alle convenzioni familiari. Massimo mi raccontava le sue scappatelle e io ero perfino contenta. Mi illudevo di controllare la gelosia. Se guardo il passato, non provo nostalgia. Però ho un grosso rimpianto: non siamo stati capaci di costruire un rapporto istituzionale e di sopportarne il fardello”.
Il rimpianto
C’è un’amarezza palpabile nelle parole della scrittice quando parla di un addio sbagliato: “Avrei dovuto salutarlo alla festa per la conclusione del ‘Postino’. Ebbi un impegno improvviso, diedi forfait. E lo chiamai, per scusarmi. ‘Che problema, c’è? Ci vediamo al ritorno da Londra (dove avrebbe dovuto essere operato al cuore, ndr)’, rispose con la consueta bonarietà… Il dolore più grande è stato congedarmi al telefono, come se stesse andando a togliersi l’appendicite. Come ho potuto essere così stupida? Come ho potuto?”.