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venerdì, Aprile 26, 2024
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Blitz a Melito contro gli Amato-Pagano, dissequestrati i beni del ras Murolo

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E’ indicato dalla Procura di Napoli come uno dei capi della nuova ‘cupola’ del clan. Quella degli Amato-Pagano finita al centro dell’inchiesta che ha portato nel giugno scorso a ben trentuno arresti (leggi qui l’articolo). Le indagini condotte dalla squadra mobile di Napoli consentirono di ricostruire l’organigramma attuale del sodalizio criminale, il cui reggente sarebbe Marco Liguori, nipote del boss Raffaele Amato. Il giovane, coadiuvato da storici esponenti di spicco come Fortunato Murolo – individuato come probabile successore dello stesso Liguori – Salvatore Roselli e Raffaele Tortora, è gravemente indiziato di gestire tutte le attività illecite del clan, con particolare riguardo al traffico e alla vendita dello stupefacente. Nel corso di quell’operazione a Murolo, indicato con il soprannome di ‘Nanduccio’ furono sequestrati diversi beni tra cui un panificio e alcuni beni immobili. Grazie alle argomentazioni dei suoi legali, gli abili avvocati Rocco Maria Spina e Luigi Senese, il tribunale del Riesame (XII sezione) ha decretato il dissequestro dei suoi beni. Misura che arriva dopo l’apposita istanza presentata dai legali di Murolo che dunque torna nella piena disponibilità dei suoi beni.

L’articolo precedente: i nuovi reggenti degli Amato-Pagano

La Procura ha ricostruito nell’ordinanza firmata dal gip Vertuccio il nuovo corso del clan attivo a Melito e Mugnano. Dopo la cattura di Rosaria Pagano e dei due luogotenenti Ciro Mauriello e Pietro Caiazza, il ruolo di ‘timoniere’ del gruppo è ricaduto su Liguori. Il ras, assistito dal suo braccio destro Salvatore Roselli conosciuto negli ambienti criminali con l’appellativo di ‘Frizione’. Accanto a loro Raffaele Tortora, detto ‘Lello o mellon’, affiliato al clan sin dal 2006 per volontà del boss Amato era l’uomo addetto alla bonifica dalle microspie, attività da sempre al centro delle preoccupazioni del gruppo. Un ruolo di primo piano era invece svolto da Murolo, detto Nanduccio, scarcerato nel dicembre del 2016 e uomo di assoluta fiducia di Elio Amato, uno dei fondatori del gruppo. Secondo la Procura era Murolo ad assistere Liguori nella gestione del clan tenendo la contabilità e provvedendo agli stipendi degli affiliati.

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