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venerdì, Aprile 26, 2024
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Calci e pugni a due ragazzini gay, poi postano il video sui social

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Insultati per il loro orientamento sessuale, derisi e poi aggrediti e picchiati da un branco di coetanei. Ci sarebbe proprio l’omofobia dietro l’aggressione avvenuta in strada a San Sperate, paese ad una ventina di chilometri da Cagliari. Vittime un ragazzo di 17 anni e una sua amica 18enne che abitano nell’hinterland del capoluogo. I due sono stati aggrediti e picchiati da altri quattro ragazzini che hanno anche ripreso il pestaggio con un cellulare, facendo poi circolare il video sui social network.

L’episodio è avvenuto venerdì sera. Il minorenne e l’amica si stavano recando a un incontro con conoscenti quando improvvisamente sono saltati fuori i quattro ragazzi che hanno iniziato a insultarli. Li hanno derisi, da quanto si apprende, per il loro orientamento sessuale.
Poi dalle parole sono passati alle mani: calci, pugni e schiaffi al 17enne, con l’amica che ha tentato di difenderlo. I due hanno tentato di allontanarsi ma sono stati inseguiti e colpiti, poi hanno reagito e il gruppetto di coetanei si è allontanato. Non tutti hanno partecipato all’aggressione, ma di sicuro nessuno è intervenuto anzi, uno di loro ha ripreso ogni momento con il telefonino. E il video nel giro di breve tempo ha fatto il giro dei social. Il ragazzo di 17 anni, una volta rientrato a casa, ha raccontato al padre quanto era accaduto.

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Nella tarda mattinata di ieri, quando il video dell’aggressione è iniziato a circolare prima sui telefonini di tanti ragazzini e poi sul web, il padre ed il ragazzo si sono presentati in caserma per raccontare l’accaduto ai carabinieri. Non hanno, però, presentato alcuna denuncia; il ragazzo non ha voluto spiegare con precisione le motivazioni dell’aggressione.
Nonostante non sia stata presentata alcuna querela i carabinieri hanno avviato le indagini. Il reato, infatti, è procedibile d’ufficio visto che vede il coinvolgimento di un minorenne. Gli autori del pestaggio rischiano una denuncia per lesioni personali e per diffamazione per aver diffuso il video.

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