Il caldo record che in questi giorni ha colpito Napoli e l’Italia intera non ha risparmiato nessuno, nemmeno il sistema di energia elettrica della città. Le prime avvisaglie di un possibile cedimento hanno iniziato a manifestarsi un decina di giorni fa. Fino ad arrivare al 9 luglio, quando l’intero quartiere della Sanità rimase senza corrente elettrica per 7 ore. Da allora, quasi ogni sera, la città è investita da mini blackout in varie zone della città.
Napoli e i blackout: la causa è l’ondata di caldo
Da domenica scorsa e fino a ieri sera è successo più o meno la stessa cosa in tutti i quartieri e varie province. Vale a dire che la corrente è mancata nei quartieri di Fuorigrotta, Vomero, Arenella, Posillipo, Soccavo, Bagnoli, Ponticelli e la sensazione che stiamo solo all’inizio di questa crisi della rete elettrica è forte. Complice il bollino rosso che su Napoli ci sarà oggi e anche domani per le temperature troppo alte e l’alto tasso di umidità. Non è un caso che le Istituzioni stiano mettendo in campo anche un piano di emergenza sanitaria dedicato in particolare ai fragili. E con questo caldo i climatizzatori vanno a palla 24 ore su 24 provocando un sovraccarico della stessa rete elettrica. Non l’unico problema perché c’è qualcosa di strutturale sotto.
I provvedimenti presi in merito
Va detto che l’Enel interviene rapidamente e fa del suo meglio, ma i disagi restano e sono tantissimi. Al netto del sovraccarico – che pure dovrebbe essere messo in conto, perché sono anni che le ondate di calore si abbattono su Napoli e su tutta l’Italia – tra i problemi riscontrati c’è quello dell’asfalto. I guasti e le rotture riguardano le linee interrate che vanno in tilt perché l’asfalto si scioglie o arriva a temperature elevatissime che sostanzialmente danneggiano i cavi sotterranei. Cavi grossi. È successo al Vomero e all’Arenella dove dalle 20 di lunedì si è spento tutto con numerosi disagi. Negozi costretti a chiudere in anticipo e quelli degli alimentari, con i frigoriferi spenti, chissà se sono riusciti a salvare la loro merce.
Un blackout che ha interessato – fanno sapere dall’Enel – circa 10mila utenze, quindi almeno 35mila napoletani. Sono stati inviati sul posto gruppi elettrogeni che hanno in qualche modo tamponato il problema, ma non l’hanno certo risolto. I tecnici si sono dovuti arrangiare collegando le linee interrotte ad altre che invece erano attive facendo quello che tecnicamente si chiama “ponte”. E pure per i tecnici con queste temperature lavorare deve essere un inferno. Non a caso l’Inps ha diramato una circolare dove si spiega che sopra i 35 gradi se queste temperature “impediscono lo svolgimento di fasi di lavoro in luoghi non proteggibili dal sole o che comportino l’utilizzo di materiali o lo svolgimento di lavorazioni che non sopportano il forte calore, possono costituire evento che può dare titolo alla Cassa integrazione ordinaria“.