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mercoledì, Maggio 1, 2024
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Figlio del ras di Villaricca, due fratelli morti ed i precedenti per tentato omicidio ed estorsione: la figura di Carmelo Maglione

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Un curriculum criminale lungo nonostante la giovane età quello di Carmelo Maglione, giovane arrestato con l’accusa di aver picchiato un agente della polizia municipale fuori servizio sulla Domitiana lo scorso 7 aprile. Insieme a Maglione c’erana altri ragazzi, due sono stati sottoposti anche loro a fermo mentre gli altri sono ancora ricercati. Maglione è stato già arrestato in passato per tentato omicidio ed estorsione. Aveva 21 anni quando finì in manette con l’accusa di aver sparato ad un pregiudicato di Acerra a seguito di una lite tra i due avvenuta a Varcaturo. Alla base dell’episodio di cronaca ci sarebbe un debito non saldato di 60mila euro.

Carmelo Maglione è il figlio di Francesco Maglione, ex boss di Villaricca deceduto nel 2011. Carmelo è cresciuto fin da piccolo in un ambiente criminale ed ha vissuto due drammi familiari: la morte di due fratelli.

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Il 10 aprile 2009 il corpo senza vita di Vittorio Maglione venne trovato nella sua abitazione di Villaricca. Il ragazzino, 13 anni ancora da compiere, fratello gemello di Carmelo, si tolse la vita in casa il venerdì prima di Pasqua. Annunciò il suicidio agli amici sulla chat Msn.  Ai genitori, invece, Vittorio aveva lasciato una lettera con la quale chiedeva scusa ai parenti per il suo tragico gesto. Non si era mai ripreso dalla morte del fratello Sebasatiamo ucciso quattro anni fa da una gang di baby killer per punire un suo sgarro agli ambienti della mala. Sebastiano Maglione, 14 anni, fu ucciso nel 2005 a Mugnano. Un colpo alla testa a brucia pelo, modalità simili alle esecuzioni di camorra.

Una testa calda quella di Carmelo Maglione, che ora deve fare nuovamente i conti con la giustizia dopo il fermo per l’aggressione all’agente della polizia municipale.

LA RICOSTRUZIONE DELL’AGGRESSIONE

Svolta nell’indagine sul pestaggio dell’agente di polizia municipale avvenuto sulla Domiziana. Sono stati sottoposti a decreto di fermo i 3 soggetti che si presentarono alla Stradale di Fuorigrotta, autoaccusandosi di aver preso parte all’aggressione. Si tratta di Carmelo Maglione (difeso dall’avvocato Luigi Poziello),  Pietro Sarnelli e Thomas Sanniola, difesi dall’avvocato Domenico Dello Iacono. I componenti del branco sono in attesa della convalida del fermo, accusati di lesioni e violenza privata. E’ caccia agli altri partecipanti al violento pestaggio.

I fatti avvennero lo scorso 7 aprile sulla Domiziana SS7 Quater. Il 45enne agente della polizia municipale di Napoli, fuori servizio, era con la moglie ed i figli. Fu accerchiato dal branco e colpito ripetutamente e con violenza inaudita con calci e pugni, fino ad essere lasciato esamine sull’asfalto. La famiglia tornava da una giornata trascorsa alla Reggia Outlet a Marcianise quando, all’altezza della Domitiana, sono avvenuti i fatti.

A scatenare l’ira del branco un sorpasso non gradito effettuato dall’agente. A quel punto prima Maglione a bordo di una Bmw poi Sarnelli a bordo di un’Audi lo hanno prima tamponato poi lo hanno costretto a fermarsi. Quando è sceso dall’auto la vittima è stata circondata e picchiata. Anche i due figli e la moglie dell’agente sono stati malmenati con calci e pugni. Fondamentale per le indagini è stato un video amatoriale girato da una persona presente sul posto che ha postato poi le immagini sui social. Il video è diventato virale in breve tempo.

IL RACCONTO DELLA VITTIMA

Ecco il racconto della vittima resa agli inquirenti: “Dopo essere stato costretto a fermarmi, scendevo dalla mia auto, per capire cosa volesse il conducente dell‘auto verde. Appena sceso dalla mia autovettura, non mi accorgevo che da tergo giungeva l’altra auto di colore nero, che mi investiva facendomi rovinare al suolo. Subito mi rialzavo, ma venivo aggredito fisicamente dagli occupanti di entrambe le autovetture. Io per cercare di tutelare la mia famiglia, mi rialzavo nuovamente per cercare di difendermi, ma venivo malmenato da due ragazzi, che mi facevano rovinare al suolo e perdere conoscenza. Ricordo che prima di perdere conoscenza, ricevevo anche forti calci sul viso e sul mio corpo. Dopo pochi secondi, grazie all’aiuto di alcuni passanti, riprendevo conoscenza e mi accorgevo che le due autovetture erano andate via. Dopo un po’ giungeva in loco un ‘ambulanza del 118, che prestava le cure a me ed ai miei familiari, vittime anche loro della vile aggressione. Dopo aver ricevuto le cure del caso, una ragazza si avvicinava, riferendomi di aver ripreso quanto accaduto, con il proprio cellulare e che avrebbe consegnato il tutto al personale della Polizia Stradale, intervenuta successivamente sul posto. Dopo gli accertamenti effettuati dalla pattuglia della Polizia Stradale, mi accingevo a far ritorno presso la mia abitazione e verso le successive ore 19.00 mi portavo, insieme a mio figlio Luigi, presso l’ospedale Pineta Grande di Castel Volturno, in quanto avevamoforti dolori in varie parti del corpo. Dopo le cure, veniva rilasciato sia a me che a mio figlio un certificato medico con una prognosi di giorni 3”.

Durante l’aggressione la vittima ha denunciato anche il furto di un telefonino, che non è stato più ritrovato.

E’ stato possibile individuare anche attraverso le targhe dei due veicoli filmati, entrambe le vetture erano state noleggiate il giorno prima dell’aggressione.

L’amicizia scoperta grazie alla prenotazione al ristorante

Dopo la divulgazione del video sui social network i tre soggetti identificati si sono recati presso il compartimento di polizia per rendere dichiarazioni autoaccusatorie al fine di attenuare la loro posizione, raccontando di un litigio occorso perché provocati e di conoscersi tra di loro solo di vista, ma di non essere usciti insieme.
Invece dalle indagini è emerso che i soggetti erano amici ed erano sicuramente usciti insieme e che si frequentavano assiduamente, infatti erano stati insieme a pranzo il sabato prima in un ristorante in zona Lucrino. Sarnelli e Maglione avevano riferito entrambi di essere stati a pranzo presso il ristorante ma hanno tenuto a specificare che non erano usciti insieme e non si frequentano, conoscendosi solo di vista, per non avvalorare la tesi di una aggressione portata a termine congiuntamente. Ma sono stati smentiti dai fatti appena riferiti, atteso che anche l’eventuale giustificazione di un casuale incontro allo stesso ristorante è smentito dalla prenotazione effettuata il giorno prima per 11 persone.

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