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giovedì, Maggio 2, 2024
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Caro energia, l’allarme choc: “A rischio 881mila imprese 3,5 milioni posti lavoro” 

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Il caro-energia sta già lasciando “strascichi” nel mercato dell’occupazione del sistema imprenditoriale italiano, a renderlo noto sono le analisi di Confartigianato. La crisi energetica sta già provocando le prime “vittime” nel sistema imprenditoriale italiano. Tante le attività e gli imprenditori che vivono la quotidianità lavorativa con alle spalle lo spettro della chiusura.

Le “ferite” del caro-energia 

Materie prime sempre più “inaccessibili” e bollette da “capogiro” potrebbero mettere in ginocchio tante attività. Tantissimi gli imprenditori che hanno deciso di manifestare contro il caro-energia: bollette portate al tavolo a fianco al conto o esposte in vetrina per protesta. L’allontanamento nell’ambito del mercato energetico dal partner russo doveva avvenire prima, la politica lo sa, sfortunatamente a velocizzare il processo d’allontanamento da Putin e le sue, da sempre presenti e palesate, smanie politiche e propagande del terrore è stata l’invasione ucraina.

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Motivo per cui l’Italia, così come l’Europa, sta lavorando alla ricerca di un piano di risoluzione. Pare che però gli effetti del caro energia si siano già presentati. A dirlo sono i numeri calcolati da Confartigianato. “Il caro-energia mette a rischio 881.264 micro e piccole imprese con 3.529.000 addetti, pari al 20,6% dell’occupazione del sistema imprenditoriale italiano” spiega. I calcoli di Confartigianato analizzano “l’impatto sempre più vasto e pesante della folle corsa dei prezzi di gas ed elettricità sulle aziende di 43 settori“.

Le regioni più a rischio secondo Confartigianato

Dopo i calcoli pare essere preoccupato il presidente Marco Granelli, che parla della necessità di intervenire. “Rischiamo un’ecatombe di imprese. Servono interventi immediati ma anche altrettanto rapide riforme strutturali per riportare i prezzi dell’energia sotto controllo e scongiurare una crisi senza precedenti” spiega infatti. L’analisi specifica a livello territoriale compiuta da Confartigianato ci rende noto quali potrebbero essere le regioni più colpite dalla crisi energetica.

La regione più esposta ai disastrosi effetti del caro-energia sull’occupazione delle piccole imprese è la Lombardia: sono a rischio 139mila aziende con 751mila addetti” la triste “capolista” non è però l’unica regione a rischio. “Non va meglio per il Veneto dove a soffrire sono 77mila piccole imprese con 376mila occupati. Seguono a breve distanza l’Emilia-Romagna (72mila piccole imprese con 357mila addetti), il Lazio (79mila imprese e 304mila addetti), il Piemonte con 62mila aziende che danno lavoro a 262mila addetti, la Campania (77mila imprese con 240mila addetti), la Toscana con 63mila imprese e 228mila addetti, la Puglia (57mila piccole imprese e 177mila addetti) e la Sicilia (63mila imprese con 165mila occupati)” spiega Confartigianato. Ora è tutto nelle mani dei leader politici che in vista delle elezioni hanno avviato una serie di incontri per trovare una soluzione ed avere un riscontro diretto con le percentuali in ribasso.

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