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mercoledì, Maggio 1, 2024
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Clan Mallardo, i summit e le false visite dal dentista: così Olimpio gestiva la cassa

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Sono ritenute appartenenti al clan Mallardo, organizzazione componente della cosiddetta Alleanza di Secondigliano (insieme con il clan Licciardi e il clan Contini), le 25 persone arrestate dalla Dia di Napoli alle quali la Procura di Napoli contesta, tra l’altro, i reati di associazione per delinquere di tipo camorristico.

Nei confronti degli indagati (per 17 persone il gip di Napoli ha disposto il carcere, per le restanti 8 gli arresti domiciliari) gli inquirenti contestano, vario titolo, anche il reato di estorsione, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco, false attestazioni in atti destinati all’autorità giudiziaria, favoreggiamento personale, fittizia intestazione di beni, impiego di denaro di illecita provenienza, autoriciclaggio, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, delitti, tutti, aggravati dal metodo mafioso.

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I fatti sono inerenti al 2017, quando la reggenza del clan Mallardo era nelle mani di Michele Olimpio. Nei guai sono finiti anche Antonio Tesone, Ciccarelli e tanti  gregari, affiliati e fiancheggiatori del clan, che si era riorganizzato dopo gli arresti dei boss. Nei guai sono finiti anche Tesone, Ciccarelli e tanti.

I Summit e le false visite dal dentista

Dalle indagini è emerso che il reggente del clan, durante i giorni di permanenza a Giugliano, organizzava summit con gli altri affiliati e gestiva i proventi delle attività illecite che confluivano in una cassa comune da cui gli affiliati attingevano denaro sia per il proprio sostentamento che per quello dei detenuti e delle loro famiglie. Lo stesso indagato, secondo le emergenze investigative valutate dal gip, è, quindi, divenuto capace di aggregare attorno a sé una serie di affiliati per il tramite dei quali gestiva le attività criminali, in particolare le estorsioni ai cantieri edili, sia nel territorio cittadino di Giugliano che nei territori di Licola, Varcaturo e Lago Patria.

Il principale indagato, Michele Olimpio, già condannato alla pena di trent’anni per omicidio, stava momentaneamente scontando la pena in regime di detenzione domiciliare (motivata da ragioni di salute) in un comune del Piemonte ed era stato autorizzato a recarsi per alcuni giorni al mese a Giugliano per sottoporsi a cure odontoiatriche. Per giustificare la sua assenza in occasione di un controllo dei carabinieri nell’abitazione dove era ristretto in detenzione domiciliare, l’uomo aveva presentato un falso certificato medico scritto da un dentista compiacente che pure è stato arrestato.

Per la gestione del clan, lo stesso si avvaleva, tra gli altri, anche dei suoi familiari più stretti tra cui la moglie, una delle sorelle e il cognato, arrestati perché raggiunti da gravi indizi di partecipazione all’organizzazione. L’individuato reggente del clan si impegnava sia nella risoluzione di conflitti interni, gestendo i rapporti con il gruppo scissionista delle “palazzine” di Giugliano, sia nel consolidare gli storici rapporti del clan Mallardo con i clan napoletani dei Contini e Licciardi che con lo stesso costituiscono l’Alleanza di Secondigliano. Dalle indagini emergevano, inoltre, alcune fittizie intestazioni di beni. In particolare un’agenzia di scommesse, di fatto riferibile al reggente del clan ma formalmente intestata alla nuora e gestita dal figlio, e altri beni fittiziamente intestati a prestanome. Tutti i beni sono stati sottoposti a sequestro preventivo.

I NOMI DI TUTTI GLI INDAGATI

1. OLIMPIO Michele, nato a Giugliano in Campania (NA) il 21.09.1959 IN CARCERE

2. CECERE Stefano, nato a Napoli il 18.10.1972 IN CARCERE

3. QUARANTA Mario, nato a Giugliano in Campania (NA)1’11.10.1951 DOMICILIARI

4. CICCARELLI Antonio, nato a Giugliano in Campania (NA) il 16.11.DOMICILIARI

5. CICCARELLI Giuseppe, nato a Giugliano in Campania (NA)il 23.07. IN CARCERE

6. CIMMINO Sabatino, nato a Aversa (CE) il 07.11.1979 IN CARCERE

7. CRISTIANO Antonio, nato a Napoli il 26/09/1964 INDAGATO A PIEDE LIBERO

8. D’ALTERIO Angela, nata a Villaricca (NA) il 12.12.1988 INDAGATO A PIEDE LIBERO

9. DE LUCA Vincenzo, nato a Giugliano in Campania (NA) il 06.07.197 INDAGATO A PIEDE LIBERO

10. DE MATTEO Guido, nato a Napoli il 30.11.1967 INDAGATO A PIEDE LIBERO

11.DI CICCO Giovanni, nato a Giugliano in Campania (NA) il 16.09.19 INDAGATO A PIEDE LIBERO

12. DI NARDO Domenico, nato a Mugnano di Napoli 25.12.1982 DOMICILIARI

13. DI VIVO Carmine, nato a Mugnano di Napoli (NA) il 29.08.1971 IN CARCERE

14. LAMA Salvatore, nato a Napoli il 14.01.1960 IN CARCERE

15. LANZARO Angelo, nato a Giugliano in Campania (NA) il 24.11.197 INDAGATO A PIEDE LIBERO

16. MALLARDO Anthony, nato a Villaricca (NA) il 23.12.1987 INDAGATO A PIEDE LIBERO

17. MALLARDO Carlo Antonio, nato a Villaricca (NA) il 14.02.1985 INDAGATO A PIEDE LIBERO

18. MALLARDO Francesco, nato a Napoli il 27.12.1972 IN CARCERE

19.MALLARDO Giuseppe, nato a Giugliano in Campania IN CARCERE

20. MARZANO Antonietta, nata a Napoli 01.08.1982 DOMICILIARI

21. MICILLO Anna, nata a Napoli il 25.08.1981 INDAGATO A PIEDE LIBERO

22. MICILLO Luigi, nato a Napoli il 03.10.1979 INDAGATO A PIEDE LIBERO

23. NAPOLITANO Raffaele, nato a Giugliano in Campania DOMICILIARI

24. OLIMPIO Pasqualina, nata a Giugliano in Campania (NA) IN CARCERE

25. OLIMPIO Vincenzo, nato a Napoli il 23.01.1960 DOMICILIARI

26. PAPA Giovanni, nato a Napoli il 04.07.1960 DECEDUTO

27. PICARDI Antonio, nato a Napoli il 05.01.1987 INDAGATO A PIEDE LIBERO

28. PICARDI Patrizio, nato a Sarno (NA) il 20.04.1965 INDAGATO A PIEDE LIBERO

29. PIROZZI Angelo, nato a Napoli il 02.04.1976 IN CARCERE

30. PIROZZI Vincenzo, nato a Giugliano in Campania (NA) il 05.08.1 IN CARCERE

31. PYLYPENKO Lyudmyla, nata a Ribka (Ucraina) il 09.08.1968 IN CARCERE

32. RAIANO Maria Raffaela, nata a Napoli il 03/05/1964 INDAGATO A PIEDE LIBERO

33. RUGGIERO Marco, nato a Napoli il 14.05.1978 IN CARCERE

34. RUSSO Antonio, nato a Giugliano in Campania (NA) il 19.07.1969 IN CARCERE

35. SACCO Giuseppe, nato a Monteforte Irpino (AV) 1115.05.1943 DOMICILIARI

36. SESTILE Salvatore, nato a Giugliano in Campania (NA) il 15.5.19 INDAGATO A PIEDE LIBERO

37. SPERANZA Giuseppe, nato a Mugnano di Napoli (NA) il 14.07.19 IN CARCERE

38. TAGLIALATELA Giovanni, nato a Giugliano in Campania (NA) INDAGATO A PIEDE LIBERO

39. TAGLIALATELA Rosalba, nata a Napoli (NA) il 13/03/1980 INDAGATO A PIEDE LIBERO

40. TAGLIALATELA SCAFATI Flora INDAGATO A PIEDE LIBERO

41 TESONE Antonio, nato a Giugliano in Campani IN CARCERE

42. TRYBUSHUK Volodymyr, nato a Dubove-Kovel DOMICILIARI

43. VALLEFUOCO Biagio, nato a Giugliano in Campania IN CARCERE

 

Le indagini condotte sono ritenute, allo stato, utili a ricostruire l’organigramma dell’organizzazione camorristica che ha la sua base e fa affari illeciti a Giugliano in Campania e in altri comuni dell’hinterland a nord del capoluogo campano.

Dalle indagini è emersa l’intestazione fittizia di beni, reato riguardante, in particolare, un’agenzia di scommesse (di fatto riconducibile al reggente del clan, destinatario di una delle misure cautelari, ma risultata intestata alla nuora e gestita dal figlio) ed altri beni, intestati a dei prestanome, che sono stati sequestrati.

Clan Mallardo, con le scarcerazioni eccellenti si ricompone la ‘vecchia guardia’ ma i capi sono ancora in cella

La Dia fa rientrare il clan Mallardo tra le organizzazioni più solide non solo della Campania ma dell’intero territorio nazionale. La capacità principale della cosca giuglianese, facente parte del cartello dell’Alleanza di Secondigliano, è stata quella di continuare a detenere il controllo del territorio nonostante l’arresto negli anni di tutti i capi ed i reggenti.

“Il monopolio degli affari illeciti nei territori di pertinenza, un forte potere economico ed una spiccata capacità rigenerativa degli organici nonostante restino detenuti i due fratelli ritenuti a capo del sodalizi”. Questa l’ultima descrizione che la Dia fa del clan Mallardo. La cosca è ritenuta dall’Antimafia una delle organizzazioni criminali più potenti d’Italia, anche grazie alle sue strette alleanze con i clan napoletani dei Contini e Licciardi con cui forma l’Alleanza di Secondigliano. Ma anche con i clan dei Casalesi e le cosche limitrofe come i Polverino ed i Ferrara Cacciapuoti.

L’ultima relazione della Dia parla del clan Mallardo

Il clan Mallardo, dunque rappresenta una delle organizzazioni camorristiche più strutturate del panorama criminale campano con una catena di comando che garantisce al gruppo la massima coesione e il monopolio degli affari illeciti nei territori di pertinenza, un forte potere economico e una spiccata capacità rigenerativa degli organici nonostante restino detenuti i due fratelli ritenuti a capo del sodalizio (Ciccio e Peppe Mallardo), mentre la sorella del defunto boss storico dei Mallardo sia sottoposta alla misura alternativa della detenzione domiciliare.

Difficile, almeno a breve, vedere i due fratelli Ciccio e Francesco Mallardo fuori dal carcere. Stanno scontando diversi anni di carcere. Stessa sorte per Peppe Dell’Aquila, o ciuccio, mente criminale ed imprenditoriale, arrestato nel maggio 2011 a Varcaturo dove si nascondeva in una villa privata. In cella anche Anna Aieta, moglie di Ciccio Mallardo.

Nel corso degli anni diversi blitz sono stati portati a termine nei confronti dei cosiddetti reggenti. Patrizio Picardi arrestato nel luglio 2013 e condannato a 10 anni di carcere. Francesco Napolitano, arrestato anche lui nel luglio 2012, stava per tornare in libertà nel 2019 dopo aver scontato sette anni di carcere, ma pochi giorni prima della scarcerazione gli fu notificata un’altra ordinanza omicidio e per questo ora è ancora in carcere. Era stato scarcerato ma poi è finito di nuovo in cella l’ottobre dell’anno scorso il ras Giuliano Amicone, già sottoposto alla Sorveglianza Speciale  deve scontare una pena di 8 anni di reclusione. Le accuse sono di estorsioni aggravate dal metodo e dalle finalità mafiose commesse ai danni di imprenditori edili della zona. E’ tornato dietro le sbarre anche Domenico Pirozzi, detto Mimì o pesante. I carabinieri gli hanno notificato il definito di pena di 9 anni e 8 mesi stabilito ieri dalla Corte di Cassazione. L’uomo è stato fermato dai carabinieri mentre era in una palestra tra Giugliano e Villaricca. L’esponente  del clan Mallardo era stato scarcerato nel febbraio del 2019. Domenico Pirozzi,  fu scarcerato nel febbraio 2019 per scadenza dei termini di custodia cautelare. In cella anche il braccio armato dei Mallardo, composto da Michele Olimpio, Stefano Cecere e  Antonio Tesone. 

 

Con le scarcerazioni si ricompone la vecchia guardia

Negli ultimi tempi, oltre agli arresti, ci sono state anche diverse scarcerazioni di esponenti del clan Mallardo. L’ultima proprio due giorni fa, quella di Michele Di Nardo. Era finito in manette il 25 agosto del 2013, grazie ad un blitz dei carabinieri che lo scovarono nel Cilento, dove si era recato come un normale turista per trascorrere un periodo di vacanza con la sua compagna. Di Nardo era stato condannato ad un totale di 10 anni di carcere per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso ed estorsione. E’ uscito in anticipo grazie alla mossa degli avvocati Michele Giametta e Gianmpaolo Schettino, i quali hanno fatto leva sulla nota ‘sentenza Torreggiani’, pronunciata dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che condannò l’Italia per le condizioni ‘inumane’ dei detenuti, in particolare per quanto riguarda il sovraffollamento.

Scarcerato poco tempo fa anche Raffaele Mallardo, detto Scicchirocco, arrestato nell’ottobre 2009 all’aeroporto di Capodichino, dopo essere sceso da un volo proveniente da Madrid.

Lo scorso settembre, sempre per fine pena, era uscito anche  Biagio Micillo, alias Bias ‘o chiacchiarone, ras del clan Mallardo. Il luogotenente della cosca giuglianese era detenuto nel carcere de L’Aquila. Ha scontato tutta la pena che gli era stata inflitta per associazione a delinquere ed estorsione. Nonostante l’applicazione del 41 bis a cui era stato sottoposto, il magistrato di Sorveglianza del tribunale de L’Aquila gli ha concesso la libertà vigilata invece della casa lavoro a cui era destinato al termine della pena. Fuori lo scorso agosto anche Sessa Marino, 50enne giuglianese, che era detenuto nel carcere di Lanciano in espiazione di un cumulo di pene di 7 anni e 4 mesi composto dalla pena di 6 anni di reclusione per associazione mafiosa ex art. 416 bis del codice penale e di 1 anno e 4 mesi per ricettazione.

Il Tribunale di Sorveglianza di L’Aquila, Presidente Dottoressa Sacco, accogliendo il reclamo presentato dagli avvocati Luigi Poziello del Foro di Napoli Nord e Marina Vaccaro del Foro di Pescara, ha concesso la misura alternativa della detenzione domiciliare all’uomo presso la propria abitazione a Giugliano, capovolgendo la decisione del magistrato di sorveglianza di Pescara, che aveva invece rigettato la svuotacarceri ritenendo il Sessa legato al Clan Mallardo ed assolutamente sconsigliato il ritorno nella città di Giugliano. Nel febbraio 2021 era stava invece la volta di Giuseppe Strino, conosciuto negli ambienti del clan Mallardo col soprannome di Pinuccio ‘o toro. Strino ha espiato totalmente la pena che gli era stata comminata. Fuori dalle celle anche Armando Palma, detto Armanduccio 29. Era detenuto nel carcere di Vibo Valentia, in Calabria, perché condannato a 6 anni e 9 mesi per associazione di stampo mafioso ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. Libero dal 2019 è anche Mauro Moraca. Dopo esser stato condannato a 13 anni di detenzione  per associazione di stampo camorristico ed estorsione, era stato messo in libertà per decorrenza dei termini. Poi il tribunale di Napoli sancì la sua non pericolosità tant’è che non è più costretto all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria poiché non è attualmente da ritenersi un soggetto pericoloso per la giustizia, visto il tempo trascorso dalla fine del suo periodo di custodia.

Il fronte degli Scissionisti

Sul fronte del gruppo delle Palazzine di Giugliano, che ha tentato di scalzare la vecchia guardia, sono ancora tutti dentro. A cominciare da Nellino di Biase Gennaro Catuogno, promotori del tentativo di scissione. Mentre è formalmente ancora scomparso Michele Di Biase. 

Ras e pentiti deceduti

Nel corso di questi anni il clan Mallardo è stato anche decimato dai decessi, a cominciare quello di Feliciano Mallardo e Vincenzo D’Alterio, detto ‘o malato, due pezzi grossi della cosca di Giugliano. E’ morto per una malattia anche il pentito Filippo Caracallo, che ha confessato di aver ucciso per il clan Mallardo salvo poi passare dalla parte della giustizia.

“Il clan Mallardo si è preso anche Qualiano, c’è un nuovo referente”, la novità dell’ultima relazione Dia

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiamo Il Roma
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