Un’assoluzione e condanne ridotte nel processo d’Appello contro Domenico Pirozzi, detto Mimì ‘o pesante, più altri. Poco fa la lettura del dispositivo davanti alla V Sez. del Tribunale di Napoli. L’operazione fu eseguita dai carabinieri del Noe di Roma. Il capo banda era Domenico Pirozzi, noto col soprannome di Mimi ‘o pesante’, persona del clan. L’unico assolto è stato Domenico Basile, detto mimmolone (difeso dagli avvocati Antonio Peluso e Nunzio Mallardo) per non aver commesso il fatto. Pena ridotta per il boss Domenico Pirozzi, passato dai 19 anni in primo grado ai 15 in Appello. Ecco le condanne.
LA SENTENZA IN APPELLO
Domenico Pirozzi 15 anni
Domenico Micillo 14 anni
Renato Cacciapuoti 10 anni e 8 mesi
Nicola Felaco 10 anni
Raffaele Smarrazzo 5 anni
Giuliano Gracco 11 anni
Domenico Cimmino 11 anni e 4 mesi
Giovanni D’Alterio 10 anni di reclusione
Domenico Basile assolto
Confermate le assoluzioni per Pasquale Palma, Giancarlo Frecciarulo, Ferrara Massimiliano (difesi dall’avvocato Antimo d’Alterio), Ciro De Matola(difeso dagli avvocati Leopoldo e Mariarosaria Perone), Giuseppe Sorvillo, Domenico Abbate, Giuseppe Piscopo, Giuseppe Ferrara, Pasquale Palma, Tristano Cicchetti, Giuseppe Marino, Giancarlo Frecciarulo, Gioacchino Nardi , Nella Di Donato , Aureliana Di Spirito, Casone Francesco, Gennaro Carbone, Gennaro Scognamiglio, Paolo Varriale e infine Antignano Stefano. Per Ferrara prescritto anche il reato per cui era stato condannato in primo grado. Dichiarato inammissibile l’appello del Pm.
Le azioni delittuose erano: rapine in serie alle banche, sfruttamento della prostituzione, speculazioni edilizie e contatti assidui con politici e amministratori locali, corruzione e interposizione fittizia. Le rapine contestate sono all’ufficio postale di Villaricca dove entrarono attraverso un foro nel pavimento riuscendo a portare via oltre 35mila euro. O ancora il colpo all’Unicredit di piazza Annunziata dove sempre grazie a uno scavo sotterraneo entrarono armati di pistola. La tecnica era quella di utilizzare come punto di partenza per lo scavo un appartamento o un box di fianco l’istituto preso di mira e in genere di proprietà di uno della banda. Gli arresti avvennero nel 2013 grazie al pentito Giuliano Pirozzi.