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venerdì, Aprile 26, 2024
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Clan Moccia alla sbarra, 21 condanne ed una clamorosa assoluzione

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Impianto accusatorio confermato nel processo di appello che si è concluso a Napoli contro 21 presunti appartenenti al clan camorristico dei Moccia: i giudici della quarta sezione penale hanno ridimensionato le pene inflitte dal gup il 27 giugno 2019 e assolto, “per non avere il fatto”, Maria Favella (difesa dagli avvocati Dario Vannetiello e Teresa Sorrentino), figlia di Francesco Favella, considerato “un senatore” del clan, accusata di fare parte dell’organizzazione malavitosa.   In primo grado, Maria Favella, era stata condannata a nove anni di reclusione. Alla donna, durante i colloqui in carcere con il padre, vennero trovati e sequestrati dei “pizzini” con i quali “il senatore” intendeva portare al di là delle mura della casa circondariale alcuni suoi messaggi agli affiliati liberi.

La Corte di Appello di Napoli, quarta sezione penale, in riforma della sentenza emessa in data 27 giugno 2019 dal G.u.p presso il Tribunale di Napoli, pur ridimensionandolo nelle pene inflitte, ha confermato l’intero impianto accusatorio elevato nei confronti di dirigenti ed affiliati al clan Moccia.

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Nello specifico la Corte di appello ha condannato:

Angelina Giuseppe esclusa la qualità di capo e promotore e riconosciuta la continuazione con precedente condanna alla pena totale di anni 22 di reclusione

Barile Alfredo , esclusa la qualità di capo e promotore, anni 8 di reclusione

Barra Vincenzo, esclusa la contestata recidiva, anni 7 di reclusione

Belardo Luigi , riconosciute le generiche equivalenti alla contestata aggravante in anni 5 e mesi 4 di reclusione

Bello Carmine , riconosciute le generiche equivalenti alla contestata aggravante, riconosciuta la continuazione con precedente sentenza di condanna, totale anni 10 e mesi 2 di reclusione

Bencivenga Mauro, esclusa qualità di dirigente, anni 10 e mesi 8 di reclusione

Capone Anna, riconosciute le attenuanti generiche prevalenti alle aggravanti ad eccezione di quella ex. art. 416 bis comma 1, anni 3 di reclusione

Castiello Giovanni ,esclusa la recidiva e riconosciute le attenuanti generiche equivalenti alla contestata aggravante, totale di anni 11 e mesi 4 di reclusione, ivi compreso il riconoscimento della continuazione con precedente condanna ad anni sei di reclusione già ritenuto in primo grado,

Cennamo Gioacchino, riconosciute le generiche equivalenti alla aggravante contestata, anni 5 e mesi 4 di reclusione

D’Ambrosio Giuseppe, esclusa la qualità di organizzatore e concesse le circostanze attenuanti generiche equivalenti alla aggravante contestata, anni 8 di reclusione

Del Prete Giovanni,non doversi procedere per morte dell’imputato

Esposito Antonio , riconosciute le attenuanti generiche equivalenti alla recidiva reiterata specifica, anni 6 e mesi 8 di reclusione

Favella Maria , assolta dal reato di partecipazione al clan con la formula per non aver commesso il fatto con revoca della pena accessoria inflitta

Felli Sabato, riconosciute le attenuanti generiche equivalenti alla contestata aggravante, anni 5 di reclusione

Ferraiuolo Luigi Lenza , riconosciuta la continuazione con precedente sentenza, anni 18 di reclusione

Laurenza Antonio riconosciuta la continuazione con precedente sentenza, anni 10 di reclusione

Nobile Raffaele ,riconosciute le generiche equivalenti alla aggravante contestata e la continuazione, anni 6 di reclusione

Pezzullo Angelo, riconosciute le circostanze attenuanti generiche equivalenti alla aggravante contestata e alla recidiva reiterata specifica e la continuazione con precedente condanna, anni 12 di reclusione

Polizzi Corrado, assolto dai capi 14 e 28 ed esclusa la qualità di dirigente, anni 9 e mesi 4 di reclusione

Rocco Luigi, riconosciute le attenuanti generiche equivalenti alle recidiva anni 5 e mesi 4 di reclusione

Tranchino Giorgio, esclusa la qualità di organizzatore e riconosciute le attenuanti generiche equivalenti alla contestata aggravante, anni 8 e mesi 4 di reclusione

Tuccillo Teresa, riduce la pena inflitta in anni due e mesi 4 di reclusione

Cosicchè anche il giudizio di appello ha visto confermare la penale responsabilità per ben 21 affiliati alla compagine criminale, con una sola sorprendente eccezione.

Infatti, suscita indubbio clamore l’assoluzione di Favella Maria, figlia dello storico senatore del clan Favella Francesco, condannata in primo grado ad anni nove di reclusione per partecipazione al clan, decisione ribaltata in toto nel giudizio di appello. Eppure, la posizione della donna sembrava compromessa atteso che durante i colloqui carcerari con il padre furono sequestrati dei pizzini destinati a veicolare all’esterno i messaggi di Favella Francesco in direzione degli affiliati liberi. Nonostante ciò, hanno fatto evidentemente breccia nei giudici della Corte di Appello partenopea le argomentazioni giuridiche formulate dai difensori di Maria Favella, rappresentata dagli avvocati Dario Vannetiello e Teresa Sorrentino.

Infine, va segnalato che la Corte di appello ha rigettato l’impugnazione proposta dalla Procura della Repubblica che chiedeva l’inapsrimento delle pene inflitte ai numerosi imputati.

 

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