Il clan Scissionista ha ricevuto un duro colpo dalla Dda e dalla Dia, infatti, oltre ai vertici del clan Amato-Pagano sono finiti in manette anche i reggenti dell’area nord di Napoli. Ieri le forze dell’ordine hanno catturato i ras di Mugnano e Melito, rispettivamente Carlo Calzone e Maurizio Errichelli.
Il primo avrebbe organizzato le attività degli affiliati e imposto le estorsioni, con l’aiuto di Gaetano Pezzella, mentre il secondo, dopo l’arresto di Enrico Bocchetti, si sarebbe occupato principalmente dello spaccio di droga. Al livello inferiore ci sarebbero stati Vincenzo Imparato, incaricato di controllare il territorio e le attività di spaccio nelle piazze del rione 219 di Melito, e Vincenzo Mangiapili, uomo di fiducia di Calzone nel campo del racket a Mugnano.
“Comando a Melito e Mugnano”, la furia del reggente del clan Amato-Pagano
Indagine sugli Amato-Pagano, Gratteri: “Sfarzo e lusso su Tiktok per mostrarsi ai giovani”
I ras e gli affiliati del clan Amato-Pagano mostravano la loro vita sfarzosa su Tiktok, infatti, pubblicavano video in cui si immortalavano a bordo di Ferrari e Lamborghini e in vacanza in barca: tutto è stato vissuto tra bottiglie di vini costosi e orologi d’oro.
La Bella Vita sarebbe stata sbandierata sui social per fare proselitismo criminale. “C’è l’uso costante e sistematico di Tiktok e Instagram, soprattutto, sul social cinese sfoggiano la loro ricchezza. Orologi d’oro e auto di lusso esibiti per esternare il loro potere e per apparire ricchi. Volevano farsi vedere come vincenti e per far credere ai disperati di poter diventare come loro. La camorra è la prima mafia che ha usato i social, quindi, si rivolge ai giovani“, ha dichiarato in conferenza stampa il capo della Procura di Napoli, Nicola Gratteri.
“Le auto di lusso venivano usate dall’organizzazione criminale per fare dei cortei nei territori. Una camorra moderna ma antica nella struttura poiché fortemente gerarchizzata. Abbiamo colpito vertici delle storiche famiglie, i reggenti e i loro discendenti nelle varie zone. A ciascuno dei nuclei familiari originali venivano garantiti 8mila euro al mese. Ad un livello inferiore della piramide erano previsti un fisso mensile o una percentuale sugli affari“, ha sostenuto Claudio De Salvo, capo del centro operativo della Dia di Napoli.