Come giocherà il Napoli di Antonio Conte e che modulo utilizzerà l’ex ct della Nazionale all’ombra del Vesuvio? Sono le domande che tifosi ed addetti ai lavori si pongono da settimane, da quando il tecnico salentino ha prima flirtato e poi accettato l’offerta di Aurelio De Laurentiis.
Nel corso della conferenza stampa di presentazione, Conte ha fatto intendere di avere in testa una squadra propositiva, vogliosa ed aggressiva, ma che abbia nella difesa un punto di forza e non una debolezza come nell’ultima nefasta stagione. Sotto quest’ottica si spiegano gli ormai imminenti acquisti di Alessandro Buongiorno e Rafa Marin e la rivoluzione che riguarderà la retroguardia partenopea. Possibile che Manna riesca ad assicurarsi anche le prestazioni di Mario Hermoso, difensore di fascia sinistra appena svincolatosi dall’Atletico Madrid. Buongiorno al centro, con ai lati Rrahmani e probabilmente Hermoso sarebbe il terzetto ideale nella testa dell’allenatore leccese. Un trio di sicuro affidamento che darebbe la possibilità a Marin di ambientarsi e crescere in tutta calma, prima di essere inserito a pieno nelle rotazione.
E gli altri? Il direttore sportivo dovrà lavorare non poco per sfoltire l’organico: Ostigard è in lista di sbarco, così come Natan richiesto in Brasile, mentre la permanenza di Juan Jesus è in bilico.
Napoli, la fase difensiva di Conte in stile Inter
Conte negli ultimi 15 mesi ha visto e rivisto gare ed ha avuto modo di ammirare anche la sua ex squadra. L’Inter di Simone Inzaghi ha dato lezioni di calcio, vincendo in carrozza il campionato e mostrando novità dal punto di vista tattico in particolar modo per quanto riguarda l’assetto difensivo. Fondamentale nel gioco nerazzurro è la figura del braccetto. Non un semplice centrale laterale, ma un vero e proprio terzino aggiunto, in grado di creare la superiorità numerica sulla fascia, sovrapponendosi all’esterno di centrocampo. L’esempio lampante è Federico Di Marco, più volte utilizzato come braccetto di sinistra e spesso letale in zona di attacco, in particolar modo come uomo assist. Discorso simile, anche se leggermente più accorto, dall’altra parte con Pavard e Darmian.
Insomma, un’idea di gioco tutta nuova che, nel 2023 con la finale di Champions e quest’anno con la conquista del tricolore, è stata molto apprezzata da Antonio Conte. L’allenatore sta pensando di riproporla con il suo Napoli e così i 4 centrali potrebbero essere numericamente sufficienti, visto che all’occorrenza sarebbero affiancati come braccetti da Olivera e Di Lorenzo. L’uruguaiano, infatti, sta dimostrando di poter far bene in questo ruolo con la Celeste, mentre il capitano azzurro avrebbe tutte le caratteristiche per rendere al meglio nella nuova posizione.
Conte può tenersi Zerbin: il motivo
Di Lorenzo e Mazzocchi a destra e Olivera ed il probabile nuovo acquisto Spinazzola a sinistra (Mario Rui è destinato a partire) comporrebbero la batteria di esterni ma, essendo l’uruguagio e l’ex Empoli utilizzabili anche come braccetti in difesa, potrebbe far parte della rosa anche Alessio Zerbin. Il calciatore, che nella seconda parte della stagione è andato in prestito a Monza, ha dimostrato di poter fare molto bene a tutta fascia ed è pronto a giocarsi le sue chance nel Napoli di Conte, sempre che Manna non decida di buttare un occhio al mercato.
Dal centrocampo in su tutta un’altra musica
Il Conte by Inzaghi però andrebbe oltre alla fase difensiva, visto che centrocampo ed attacco si muoveranno in modi e tempi diversi rispetto alla squadra campione d’italia. Il centrocampo sarà affidato a Lobotka ed Anguissa con due trequartisti ed una punta. Kvaratskhelia avrà la libertà di partire dall’esterno per poi accentrarsi e viceversa, mentre avrà compiti diversi la seconda mezzapunta a seconda di chi sarà shierato. Più verso l’esterno qualora dovesse essere Matteo Politano, più vicina al centravanti (che nella testa del mister è Romelu Lukaku) qualora Conte dicedesse di puntare su Raspadori, Ngonge o sul redivivo Lindstrom. Non è escluso un colpo a sensazione in questo ruolo, considerato che Manna segue a fari spenti i profili di Federico Chiesa ed Alfred Gudmunsson.
Un Napoli, dunque, compatto e volitivo in difesa e potente e fantasioso in attacco perché per vincere conta non prenderle, ma anche fare un gol in più degli avversari.