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venerdì, Aprile 26, 2024
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Camorra a Rimini, le telefonate dal carcere di Ciro Contini:«Qua fanno quello che vogliono»

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Ciro Contini era il vero e proprio dominus del gruppo che si era costituito a Rimini, gruppo smantellato dalla recente operazione dei carabinieri che hanno eseguito dieci ordinanze cautelari per il gruppo che, da Capodichino, aveva messo radici in Romagna entrando ben presto in contrasto con i gruppi locali. A capo del sodalizio, come emerge dalle 138 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip del tribunale di Bologna, c’era proprio lui, Ciro Contini nipote di Eduardo ‘o roman componente della famigerata Alleanza di Secondigliano. Contini junior, anche da detenuto, era infatti riuscito a interfacciarsi con i suoi affiliati e in particolare con il suo braccio destro Antonio Acampa che non aveva fatto venire meno il potere di intimidazione del suo gruppo.

Ed è così che è emerso il violento raid, consumatosi a Rimini e mai denunciato dalla vittima, nei confronti di Pio Rosario De Sisto, 61 anni, storico pluripregiudicato campano legato al clan Nuvoletta e considerato negli ambienti delinquenziali riminesi un personaggio di particolare peso e autorevolezza. Lo stesso in un’intercettazione dice:«Sono qui a Rimini perchè per loro è più comodo, non è come Napoli, qui fanno il bello e cattivo tempo, fanno quello che vogliono». L’uomo, già da queste parole, fa dunque capire come gli uomini di Contini junior venissero considerati come ‘cani sciolti’ a Napoli e che dunque avessero scelto Rimini come meta dei loro traffici.

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