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venerdì, Aprile 26, 2024
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Covid, via libera alla vaccinazione per bimbi dai 5 a 11 anni. De Luca: “Pediatri facciano la loro parte”

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Via libera dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) alla vaccinazione anti-Covid per la fascia pediatrica dei bambini tra 5 e 11 anni. La vaccinazione avverrà con due dosi del vaccino Pfizer, in formulazione specifica e un terzo del dosaggio, a tre settimane di distanza. Si suggerisce l’adozione di percorsi vaccinali, quando possibile, “adeguati all’età”.

Il parere di Aifa arriva dopo l’ok, lo scorso 25 novembre, dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema), che ha raccomandato l’estensione dell’indicazione per il vaccino Covid di Pfizer-BioNtech per includere l’uso per i bambini di età tra 5 e 11 anni. I dati disponibili “dimostrano un elevato livello di efficacia e non si evidenziano al momento segnali di allerta in termini di sicurezza”.

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Così la Commissione tecnico scientifica Cts dell’Agenzia italiana del farmaco, che ha approvato l’estensione di indicazione di utilizzo del vaccino Comirnaty (Pfizer) per la fascia di età 5-11 anni, con una dose ridotta (un terzo del dosaggio autorizzato per adulti e adolescenti) e con formulazione specifica.

La vaccinazione avverrà in due dosi a tre settimane di distanza l’una dall’altra. Al fine di evitare possibili errori di somministrazione, la CTS raccomanda, per la fascia di età in oggetto, l’uso esclusivo della formulazione pediatrica ad hoc suggerendo quando possibile l’adozione di percorsi vaccinali adeguati all’età. Nel parere, la CTS osserva che “sebbene l’infezione da SARS-CoV-2 sia sicuramente più benigna nei bambini, in alcuni casi essa può essere associata a conseguenze gravi, come il rischio di sviluppare la sindrome infiammatoria multisistemica (MIS-c), che può richiedere anche il ricovero in terapia intensiva”. Infine la CTS sottolinea che “la vaccinazione comporta benefici quali la possibilità di frequentare la scuola e condurre una vita sociale connotata da elementi ricreativi ed educativi che sono particolarmente importanti per lo sviluppo psichico e della personalità in questa fascia di età”.

De Luca: «Vaccino ai bambini indispensabile, non seguite i pollai delle tv»

«Vaccino ai bambini indispensabile, non seguite i pollai delle tv». Ecco le parole del presidente della regione Campania a margine di una conferenza stampa: «La mia idea è quella di realizzare centri vaccinali pediatrici, dobbiamo fare questa campagna di vaccinazione. Vi prego di ascoltare solo esperti qualificati e non la televisione».

«Mi auguro che la campagna vaccinale per i bambini da 5 a 11 anni possa partire dal 23 dicembre, ma sapete che si tratta di un tema delicato. Mai come in questo caso, dobbiamo affidarci alle valutazioni dei pediatri, dei ricercatori e della scienza». Così il presidente della Giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca, parlando con i giornalisti. «Per quello che mi riguarda – ha aggiunto De Luca – è indispensabile avviare la campagna di vaccinazione per loro. Questo per tenerli a scuola, per evitare di tenerli chiusi a casa e per evitargli danni psicologici e formativi. Dobbiamo dare prova di senso di responsabilità e di razionalità». E sull’ipotesi del ritorno in Dad in Campania, il governatore ha detto: «Stiamo facendo di tutto per tenere le scuole aperte».

Intanto sul fronte scuola, sul totale delle classi in dad il 60-70% è alle elementari: il dato arriva da Mario Rusconi che guida l’Anp, l’Associazione nazionale presidi di Roma. “L’invito che facciamo – dice Rusconi all’ANSA – è di vaccinare i ragazzi dai 12 anni e, dopo l’atteso ok dell’Aifa per le dosi ai più piccoli, anche i bambini dai 5 agli 11 anni: con la vaccinazione di un buon numero di studenti alle superiori le classi in dad in questa fascia di età sono poche”. “Attualmente – spiega Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi (Anp), – i docenti vaccinati in Italia sono circa il 95%, e del 5% dei non vaccinati, almeno il 3% è rappresentato da coloro che non possono farlo, quindi i no vax saranno in definitiva circa il 2%. L’obbligo vaccinale dal 15 dicembre, dunque, non inciderà sul personale, salvo in alcune regioni, come il Fvg, ad esempio, dove i non vaccinati si trovano in percentuali maggiori”.

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