Nell’assemblea federale tenuta ieri alla presenza del presidente Gabriele Gravina, la FIGC ha stabilito il divieto delle multiproprietà nel calcio professionistico a partire dal 2023. Per De Laurentiis si pone quindi il problema di scegliere tra Napoli e Bari entro due anni, pena l’esclusione dal campionato della squadra di cui è proprietario da meno tempo.
Il precedente della Salernitana
Per evitare un altro caso Salernitana il cui proprietario Claudio Lotito è anche presidente della Lazio, la FIGC ha stabilito che le multiproprietà saranno vietate entro due anni. Il divieto dunque sarà esteso alle multiproprietà di ogni squadra che militi in una lega professionistica, anche se diversa. La pena sarà l’esclusione dal campionato in caso contrario.
Le multiproprietà nel calcio italiano
Nel mondo del calcio la multiproprietà prevede la contemporanea proprietà di due squadre diverse in due leghe diverse. Non sono mancati esempi illustri di questo fenomeno. Ad esempio la famiglia Pozzo, proprietaria dell’Udinese, ha poi acquisito altre due squadre, il Granada in spagna e il Watford in Inghilterra.
In Italia i casi più famosi di multiproprietà sono quelli del presidente della Lazio Lotito e di quello del Napoli De Laurentiis.
Lotito dal 2011, insieme a Mezzaroma, è anche proprietario della Salernitana.
De Laurentiis al bivio
De Laurentis, invece, ha rilevato il Bari nel 2018 dopo il fallimento.
Diversamente da questa situazione si considera la semplice partecipazione societaria, come il caso del presidente Setti dell’Hellas Verona che fa parte anche del quadro societario del Mantova. Da menzionare anche la partership tecnica tra il Cagliari e l’Olbia.
Di recente poi non sono mancati tentativi di acquisizione del presidente della Sampdoria Ferrero per il Palermo.
Una pratica, questa delle multiproprietà, che stava iniziando a diffondersi sempre di più nel mondo del calcio nostrano e che entro il 2023 sarà del tutto vietata. De Laurentiis dunque dovrà obbligatoriamente risolvere la questione scegliendo tra Napoli o Bari.