Dal 24 dicembre entreranno in vigore le nuove misure previste dal Dpcm di Natale. Dal momento della sua diffusione, il decreto ha creato non poca confusione tra gli italiani. Molti gli interrogativi, tanti i dubbi sull’interpretazione di ciò che si può fare e ciò che invece non è possibile. Le regole da seguire, talvolta, sono poco note o, almeno, c’è molta confusione. Tra spostamenti, cene, congiunti e zone rosse e arancioni ‘a fasi’, molti non sanno cosa possano fare. La presidenza del consiglio ha diramato nelle ultime ore le indicazioni per eventuali ricorsi. Nella miriade di norme, potrebbero nascondersi casi non previsti che potrebbero far incorrere in sanzioni “non giustificate”.
In caso di violazione dei più stringenti divieti di spostamento previsti durante le prossime festività, si applica comunque la consueta sanzione amministrativa da 400 a 1.000 euro. Come previsto dall’art.1, comma 3, del cosiddetto “decreto Natale” (decreto-legge 18 dicembre 2020, n. 172), la sanzione applicabile è quella amministrativa, da 400 a 1.000 euro, eventualmente aumentata fino a un terzo se la violazione avviene mediante l’utilizzo di un veicolo.
Dpcm Natale: come fare ricorso
In caso di accertamento di una violazione alle disposizioni che non si ritiene motivato c’è la possibilità di fare ricorso.
La valutazione circa la sussistenza di motivi giustificativi, e in particolare quelli per le situazioni di necessità, rispetto alle variegate situazioni che possono verificarsi in ciascuna vicenda concreta, resta rimessa all’Autorità competente indicata dall’articolo 4, comma 3, del decreto-legge n. 19 del 2020 (che, per le violazioni delle prescrizioni dei dpcm, è di norma il Prefetto del luogo dove la violazione è stata accertata). Il cittadino che non condivida il verbale di accertamento di violazione redatto dall’agente operante può pertanto fare pervenire scritti e documenti difensivi al Prefetto, secondo quanto previsto dagli artt. 18 e seguenti della legge 24 novembre 1981, n. 689.
