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giovedì, Maggio 2, 2024
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Droga importata dall’estero grazie alle chat criptate, così venivano rifornite le piazze di spaccio del Napoletano

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Droga importata dall’estero grazie alle chat criptate Sky Ecc ed Encrochat per rifornire le piazze di spaccio del Napoletano. E uno degli arrestati si era fatto tatuare le iniziali dei narcotrafficanti. La regia del traffico di droga era affidata a Bruno Carbone, braccio destro del boss dei Van Gogh Raffaele Imperiale, che da Dubai gestiva gli ordini della cocaina grazie alle chat criptate Encrochat, quelle scoperte dall’Antimafia proprio durante le indagini per la cattura dei due narcotrafficanti latitanti negli Emirati Arabi.

È quanto ricostruito dai carabinieri del comando provinciale di Napoli nel corso dell’inchiesta sull’import di cocaina da Olanda e Spagna. A distribuire all’ingrosso, secondo l’Antimafia era Vincenzo Della Monica, che da Marano e San Giovanni a Teduccio gestiva l’attivo dei carichi di droga che lui stesso ordinava a Carbone. Dai depositi partivano le distribuzioni per Scampia, Parco Verde di Caivano, Marianella, la Cisternina di Castello di Cisterna, e ancora Secondigliano, Giugliano, Marigliano.

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A finanziare l’organizzazione, con ruolo anche di cassiere, il fratello Salvatore Della Monica, con ruolo apicale per Michele Nacca. Altro gruppo in affari, invece, sarebbe collegato a Simone Bartiromo, Roberto Merolla e Giovanni Cortese. Partite nel 2017 per arrivare alla cattura di Carbone, le indagini hanno permesso innanzitutto di scoprire il nickname “biaste” utilizzato sulle chat criptate, con le quali comunicava anche con sua madre durante il periodo di latitanza a Dubai. Nel corso della sua collaborazione, Carbone ha riferito che Nacca si era fatto tatuare dietro la schiena le iniziali I, M e C, dedicate ad Imperiale, Mauriello e Carbone, i tre potenti narcotrafficanti in segno di fedeltà.

Droga in Europa anche via sommergile, “sott’acqua da Panama”

Container, borse ma anche sommergibili: viaggia anche sott’acqua la cocaina. A rivelarlo, in una intercettazione agli atti dell’inchiesta dei carabinieri e della DDA di Napoli (pm Giuseppe Visone, procuratore aggiunto Sergio Ferrigno) che oggi ha portato all’esecuzione di 29 misure cautelari, è uno degli arrestati nel blitz contro il narcotraffico internazionale. L’operazione ha consentito di sgominare due organizzazioni criminali, composte anche da stranieri. L’intercettato, arrestato oggi, è infatti di origine albanese e alla conversazione che risale al giugno del 2021 prende parte un connazionale appena sbarcato a Napoli.
I due interlocutori si confrontano sulle modalità di trasporto della droga e dei rischi a cui sono esposti, per esempio, quando la droga viene trasferita in una borsa, a causa dei cani antidroga.

Sostengono che i container offrono maggiore sicurezza ma solo “sotto acqua è 100%, ma ci sta solo da Panama”, dicono.
La frase viene interpretata dagli investigatori come la dimostrazione che ormai ai mezzi tradizionali si sta affiancando, come anche scoperto dai militari statunitensi nel corso di una importante operazione, una la modalità di trasferimento via sommergibile. E la partenza dei sommergibili indicata, Panama, d’altronde, è ritenuta una delle capitali mondiali della cocaina.

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