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mercoledì, Maggio 1, 2024
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Edoardo, il tifoso della Roma che ha commosso tutti è un fake: “Non sono malato terminale”

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Aveva raccontato ad una radio romana di essere un malato terminale che aveva scelto il suicidio assistito in una clinica svizzera proprio il giorno della finale di Europa League. E con la voce rotta dalle lacrime aveva fatto un’ultima richiesta alla sua squadra del cuore: “Roma, regalami la Coppa”. Una storia che aveva commossa non solo i tifosi giallorossi ma l’Italia intera, al punto che anche Daniele De Rossi, l’allenatore dei Capitolini, si era mosso per mettersi in contatto con lui.

 “Ho già preso accordi con una clinica in Svizzera, che mi ha mandato le date”, furono le sue parole in diretta a Te la do io Tokyo, programma radiofonico condotto dal famoso speaker Marione tutti i giorni dalle 10 alle 14. “Gli svizzeri sono strani, è come se stessi organizzando una gita a una spa. Una delle date che mi hanno proposto è il 22 maggio. E nella mia testa è scattato qualcosa, mi sono detto ‘Ma io il 22 maggio ho qualcosa da fare’. Poi mi sono ricordato, è la finale di Dublino”.

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Una telefonata diventata subito virale sui social al punto che anche De Rossi, nel corso della conferenza stampa pre partita di Roma-Milan, valevole appunto per l’accesso alla semifinale di Europa League, ieri ha detto: “Daremo tutto per quel tifoso e per tutti gli altri. La questione ci ha toccato e la società sta cercando di rintracciarlo, a patto che lui lo voglia”.

A quanto pare però Edoardo, questo il nome del tifoso, secondo quanto appreso dall’Adn Kronos si sarebbe inventato tutto. Non è chiaro il motivo, se si sia trattato di uno scherzo di cattivo gusto o altro, ciò che è certo è che il giovane è proprio difficile che abbia voglia di farsi trovare. Edoardo, si legge sull’Adn, “non è disperato come racconta in radio: è vero che possiede dei cani (come ha raccontato alla radio). Ma ha anche tanto altro. Ha una moglie con la quale si è sposato neanche un anno fa, una donna erede di una ricca e famosissima famiglia”.

“Viviamo in una società in cui se stai male devi piangere e piangerti addosso. Se agli altri appari come uno che ride, che scherza, allora non può essere vero che soffri. Se uno sbaglio l’ho fatto è che ho definito ‘terminalè la mia malattia, anche se poi mi sono corretto, per fortuna. La mia non è una malattia terminale ma comunque è cronica e incurabile. Ci convivo da anni e ho iniziato una cura sperimentale che mi costringe ad andare fuori Italia. Però in Svizzera al momento non vado….” A parlare all’Adnkronos è Edoardo.

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