Un’indagine lampo ma al tempo stesso certosina (leggi qui l’articolo di Internapoli). Quella effettuata nella notte dagli uomini della Squadra mobile e da quelli del commissariato di Secondigliano (guidati dal vice questore aggiunto Raffaele Esposito). Un’indagine partita dalle dichiarazioni del rider rapinato, Gianni Lanciato, avvicinato da sei persone che non hanno esitato a gettarlo in terra, a passare con i loro mezzi su di lui, tutto pur di appropriarsi del mezzo usato dall’uomo per effettuare le consegne. Tutto però immortalato da uno smartphone e dalle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona. A partire da quelle immagini, dal racconto di Gianni e dallo studio del percorso da lui effettuato gli investigatori, presunti conoscitori del territorio, sono così riusciti a individuare i responsabili in quella fetta di area nord compresa tra il Rione dei Fiori (conosciuto come ‘Terzo Mondo’) e le Case celesti di via Limitone.
Scoppiano in lacrime e si accusano a vicenda, la lunga notte dei baby rapinatori del rider Gianni
La Procura dei minori, riporta Il Mattino, ha emesso due decreti di fermo a carico di altrettanti adolescenti (classe 2004) ritenuti responsabili dei reati di rapine a ricettazione. Le fasi dell’interrogatorio risultano essere poi drammatiche: i 17enni, una volta portati in questura, scoppiano in lacrime e si accusano a vicenda, iniziando a coinvolgere altri presunti complici.
«Volevamo andare a mangiare un panino, poi abbiamo visto quella moto nuova e abbiamo fatto la rapina. Troppa violenza? Era la nostra prima rapina», confessano.
«Gli stessi – si legge nel decreto di fermo del pm – dinanzi al video diventato virale riconoscevano se stessi e, comprendendo che il cerchio intorno a loro si stava stringendo, cominciavano a presentarsi in Questura per affermare le loro responsabilità».
L’ultima novità è rappresentata dalla identificazione con relativo accompagnamento in Questura di altri due giovani. Il numero degli indagati sale dunque da sei a otto.