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venerdì, Aprile 26, 2024
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“Era la nostra prima volta”, la confessione dei baby rapinatori del rider Gianni

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Un’indagine lampo ma al tempo stesso certosina (leggi qui l’articolo di Internapoli). Quella effettuata nella notte dagli uomini della Squadra mobile e da quelli del commissariato di Secondigliano (guidati dal vice questore aggiunto Raffaele Esposito). Un’indagine partita dalle dichiarazioni del rider rapinato, Gianni Lanciato, avvicinato da sei persone che non hanno esitato a gettarlo in terra, a passare con i loro mezzi su di lui, tutto pur di appropriarsi del mezzo usato dall’uomo per effettuare le consegne. Tutto però immortalato da uno smartphone e dalle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona. A partire da quelle immagini, dal racconto di Gianni e dallo studio del percorso da lui effettuato gli investigatori, presunti conoscitori del territorio, sono così riusciti a individuare i responsabili in quella fetta di area nord compresa tra il Rione dei Fiori (conosciuto come ‘Terzo Mondo’) e le Case celesti di via Limitone.

Scoppiano in lacrime e si accusano a vicenda, la lunga notte dei baby rapinatori del rider Gianni

La Procura dei minori, riporta Il Mattino, ha emesso due decreti di fermo a carico di altrettanti adolescenti (classe 2004) ritenuti responsabili dei reati di rapine a ricettazione. Le fasi dell’interrogatorio risultano essere poi drammatiche: i 17enni, una volta portati in questura, scoppiano in lacrime e si accusano a vicenda, iniziando a coinvolgere altri presunti complici.

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«Volevamo andare a mangiare un panino, poi abbiamo visto quella moto nuova e abbiamo fatto la rapina. Troppa violenza? Era la nostra prima rapina», confessano.

«Gli stessi si legge nel decreto di fermo del pm dinanzi al video diventato virale riconoscevano se stessi e, comprendendo che il cerchio intorno a loro si stava stringendo, cominciavano a presentarsi in Questura per affermare le loro responsabilità».

L’ultima novità è rappresentata dalla identificazione con relativo accompagnamento in Questura di altri due giovani. Il numero degli indagati sale dunque da sei a otto.

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