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sabato, Aprile 27, 2024
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“Scinn ro’ mezz'”, Gianni racconta la rapina. Le foto della fuga dopo il colpo e l’omertà del branco

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Dodici pagine attraverso cui la Procura di Napoli ha ricostruito il prima, durante e dopo della rapina ai danni di Gianni, il rider vittima di un violento colpo a Calata Capodichino mentre lavorava. A sottrargli lo scooter un branco composto da 6 persone: due sono maggiorenni e 4 minorenni. Si terranno giovedì 7 gennaio, le udienze di convalida del decreto di fermo emesso ieri dalla Procura dei Minorenni di Napoli (sostituto procuratore Nicola Ciccarelli). Sempre domani domani davanti al gip i due ventenni Michele Spinelli e Vincenzo Zimbetti, ci sarà la covalida davanti alla Procura della Repubblica (procuratore aggiunto Rosa Volpe).

La ricostruzione nel decreto di fermo 

Alla base del provvedimento di decreto di fermo ci sono il pericolo di fuga ed i gravi indizi di colpevolezza raccolti dagli inquirenti, a partire da quel video choc che ha fatto in breve tempo il giro del web.

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Ed è proprio da quel filmato postato sui social che sono partite le indagini della Squadra Mobile di Napoli. Giovanni nella denuncia sporta al Commissariato di Secondigliano ha dichiarato che aveva appena effettuato una consegna nel rione san Gaetano con lo scooter intestato alla moglie. Mentre stava facendo ritorno a casa è stato accerchiato da due scooter con 3 ragazzi in sella. “Avevano una pistola probabilmente vera visto che era priva del tappo rosso e anche un coltello. Una volta avvicinatisi, il soggetto armato puntandomi la pistola all’addome, esclamava le testuali parole in dialetto napoletano “scinn ro mezz scinn” scendi dalla moto. A detta richiesta, decidevo di non scendere dal veicolo – racconta Gianni – cosa che faceva innervosire i soggetti i quali si scaraventavano tutti i quattro su di me prendendomi a calci e pugni. Dopo aver ricevuto numerosi colpi, mi scaraventavano al suolo ma anche in quella occasione non lasciavo la presa dello sterzo del motoveicolo. I soggetti, decisi a prendersi la mia moto, in due mi afferravano alla borsa che portavo a spalla per le consegne ed altri due si sono messi a tirare la moto, fino a quando, sono riusciti a farmi lasciare la presa . Lasciata la presa, due soggetti si mettevano a bordo ed unitamente al complici si davano a precipitosa fuga in contromano direzione piazza di Vittorio.

Le indagini lampo

Dall’incrocio tra il racconto di Gianni, il video postato sui social e i filmati estrapolati dalle telecamere in strada gli agenti sono riusciti in breve tempo a risalire ai presunti autori del raid. Uno degli scooter aveva una targa contraffatta mentre l’altro era stato rubato alla mezzanotte del 2 gennaio. Attraverso la visione delle varie telecamere cittadini, gli inquirenti sono riusciti a ricostruire il percorso fatto dopo la rapina. Si sono diretti verso via Limitone d’Arzano e Quadrivio di Secondigliano.  

Gli inquirenti

Dinanzi al video diventato virale, i rapinatori riconoscevano se stessi e comprendevano che il cerchio si stava chiudendo su di loro. Gli stessi a poco a poco hanno iniziato a presentarsi prima in Questura e poi davanti a questo PM per affermare le loro responsabilità sul fatto. Uno di essi, però,  si limitava a confessare solo quello che ormai era innegabile ma non faceva i nomi dei complici, addirittura asserendo di non conoscerli.

La svolta dopo la rapina subita, Gianni trova un nuovo lavoro e dice addio alle consegne a domicilio

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