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venerdì, Aprile 26, 2024
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Mala di Marano, i ras Esposito e Russo scarcerati per estorsione: restano dentro per camorra

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Rispondevano di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso e associazione camorristica finalizzata a agevolare l’attività del clan Orlando di Marano. Nei giorni scorsi il tribunale del Riesame di Napoli si è pronunciato in merito alle posizioni di Luigi Esposito ‘Celeste’, indicato da diversi collaboratori di giustizia come uno dei reggenti del gruppo, e di Sabatino Russo, in passato vicino ai Mallardo di Giugliano. I due furono arrestati nel settembre del 2019 (insieme ad altre cinque persone) perchè avrebbero avanzato continue richieste estorsive nei confronti di una farmacia veterinaria di Varcaturo. Dalle indagini emersero episodi di un certo peso. In particolare in uno il titolare del negozio fu prelevato a forza e portato in un deposito, al cospetto di personaggi di spicco del clan. Il tutto, per ricordargli di saldare il debito. Un “debito” – sempre che così si possa definire – enorme, difficile da saldare. Al punto da costringere il commerciante e suo figlio, gestori dell’attività, adavviare la vendita di un loro locale. Il tribunale del Riesame di Napoli (X sezione), accogliendo l’istanza presentata dal loro legale, l’avvocato Luca Gili, ha stabilito la scarcerazione dei due stabilendo la scadenza dei termini di custodia cautelare relativamente alla tentata estorsione. I due restano però dentro per l’accusa di associazione camorristica.

L’articolo precedente: l’identikit dei ‘colonnelli’ degli Orlando-Polverino

Un gruppo con ruoli ben definiti, dove ognuno sapeva che posto occupare. E’ questo l’organigramma del gruppo scompaginato dagli arresti effettuati dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli che hanno scoperto l’esistenza e l’operatività di un’organizzazione criminale dedita al traffico di droga con base a Marano. A capo di quest’ultimo Massimo D’Onofrio e Francesco Sepe. Sotto di loro però, a conferma della pericolosità del gruppo, c’erano due soggetti considerati parte integrante degli Orlando-Polverino. Il primo è Angelo Di Maro dapprima nel clan Polverino e poi in quello degli Orlando. Il suo ruolo è stato confermato da diversi collaboratori di giustizia che in particolare si sono soffermati su un’estorsione da lui compiuta. Di Maro insieme ad altri costrinse un imprenditore a versare la somma di 50 mila euro, poi ridotta a 35 mila euro, per “stare tranquillo”. Secondo i magistrati gli Orlando costrinsero l’uomo a cacciare una somma prima in 30 mila euro da consegnare in tre tranche da 10 mila euro cadauna, cui la vittima avrebbe aggiunto un ulteriore “regalo” di 5 mila euro in prossimità delle festività natalizie del 2015. «In occasione della consegna dell’ultima delle tre tanche da 10.000 euro – scrivono i magistrati nella precedente ordinanza che disarticolò il gruppo dei ‘Carrisi’– presso un bar della zona Di Maro insieme ad altri intimò alla vittima che entro Natale avrebbe dovuto corrispondere ulteriori 20 mila euro, pretendendo dalla vittima la somma di 50 mila euro». «Come diecimila euro? no no… tu per Natale ci devi portare ventimila euro…altri ventimila euro” … no quella la… la situazione era cinquantamila euro” e al rifiuto della vittima incalzavano: … ah voi vi siete sempre comportato bene ora fate lo scostumato…». Meno conosciuto ma ugualmente intraneo al gruppo è Alessandro De Luca. E’ in particolare il collaboratore di giustizia Teodoro Giannuzzi a delinearne il ruolo e la militanza prima nei Polverino e poi negli Orlando. Erano De Luca e Di Maro ad essere considerati i ‘colonnelli’ del gruppo, subito dietro Sepe e D’Onofrio.

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