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venerdì, Aprile 26, 2024
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Arrestati 7 ex brigatisti italiani, altri 3 sono in fuga e ricercati: i nomi

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Sette ex brigatisti italiani rifugiati in Francia sono stati arrestati stamani a Parigi su richiesta dell’Italia, mentre altri tre sono in fuga e sono ricercati. I dieci sono accusati di atti di terrorismo risalenti agli anni ’70 e ’80.

Sono in attesa di essere presentati al giudice per la comunicazione della richiesta di estradizione da parte dell’Italia. Secondo quanto apprende l’ANSA da fonti investigative francesi, gli arrestati sono Enzo Calvitti, Giovanni Alimonti, Roberta Cappelli, Marina Petrella e Sergio Tornaghi, tutti delle Brigate Rosse; di Giorgio Pietrostefani di Lotta Continua e di Narciso Manenti dei Nuclei Armati contro il Potere territoriale.

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Tre ex brigatisti sono in fuga

L’operazione condotta dall’Antiterrorismo della polizia nazionale francese. In collaborazione con il Servizio di cooperazione internazionale della Criminalpol e con l’Antiterrorismo della Polizia italiana. Ha partecipato anche l’esperto per la sicurezza della polizia italiana nella capitale francese.

La questione degli ex terroristi italiani rifugiati Oltralpe si è sbloccata con l’incontro a distanza l’8 aprile scorso tra i ministri della Giustizia dei due Paesi. Quella degli Anni di Piombo è una ferita ancora aperta, l’Italia non può più aspettare, aveva detto la ministra Marta Cartabia, sottolineando l’urgenza di dare subito seguito alla richiesta di assicurare alla giustizia gli ex terroristi, prima che per alcuni scattasse la prescrizione. Un’ esigenza compresa da Eric Dupond-Moretti , che per la prima volta per il suo Paese aveva ammesso la necessità di “fare presto”. La data cerchiata sul calendario quella del 10 maggio, data in cui scatta la tagliola della prescrizione per l’ex brigatista Maurizio Di Marzio, che è uno dei tre ex terroristi in fuga. Per tutti gli arrestati di oggi si ferma il corso della prescrizione.

Gli anni di piombo 

“Il governo esprime soddisfazione per la decisione della Francia di avviare le procedure giudiziarie, richieste da parte italiana, nei confronti dei responsabili di gravissimi crimini di terrorismo, che hanno lasciato una ferita ancora aperta. La memoria di quegli atti barbarici- afferma il premier Mario Draghi – è viva nella coscienza degli italiani”. “A nome mio e del governo, rinnovo la partecipazione al dolore dei familiari nel ricordo commosso del sacrificio delle vittime”.

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