Una partita di droga da Amsterdam: è questo il ‘motivo’ che ha spinto Salvatore Bonavolta e Alberto Sassolino a tentare un sequestro di persona. Questo quanto ricostruito dai carabinieri del Nucleo investigativo di Napoli che hanno arrestato i due, considerati vicini al clan Mazzarella. Al centro dell’azione criminosa, avvenuta tra il 5 e il 6 febbraio, vi sarebbe il tentativo di Bonavolta di recuperare 350mila euro consegnati al cognato della vittima per l’acquisto di una partita di cocaina. Stando alla ricostruzione dei carabinieri, l’uomo, una volta ricevuti i soldi sarebbe sparito. Bonavolta e Sassolino, non riuscendo a rintracciarlo, avrebbero cosí deciso di rivalersi sul suo parente. Fondamentale si è rivelato il coraggio della fidanzata dell’uomo rapito che ha denunciato subito cosa era accaduto non consentendo ai rapitori di organizzarsi e cosi Bonavolta e Sassolino fine sono stati costretti a lasciarlo e due dei sei componenti della banda di rapitori sono stati catturati. Adesso è caccia ai loro complici.
Drammatiche le conversazioni telefoniche intercettate dai militari:”Una era una Fiat Panda, una una Fiat Punto e l’ultima era una Smart. Nella Fiat Punto, li’ dove é stato caricato Alfonso, c’era Bonavolta. Volevano i soldi che mio fratello doveva dargli”. In una telefonata il compagno della donna per tranquillizzarla le dice :”Vogliono Pasquale, se lo fai venire mi liberano”. Per Bonavolta e Sassolino il gip ha convalidato i fermi con l’accusa di sequestro di persona a scopo di estorsione in concorso, aggravato dalle finalità e dal metodo mafioso. Il Comando Provinciale, peraltro, aveva predisposto ed organizzato l’intervento dei G.I.S. (Gruppo di Intervento Speciale) dell’Arma dei carabinieri.
