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domenica, Aprile 28, 2024
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Geolier col dialetto a Sanremo, il prof. della Federico II di Napoli: “I giovani devono essere ascoltati”

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Continuano le discussioni sul “podio” di Geolier a Sanremo; a dire la sua è anche Nicola De Blasi, professore di Storia della Lingua italiana all’università di Napoli Federico II: “Le nuove generazioni hanno bisogno di essere ascoltati anche quando non cantano“.

L’opinione del linguista sul dialetto e Geolier 

Il professore Nicola De Blasi all’Adnkronos spiega: “I giovani oggi hanno bisogno di essere ascoltati, anche quando non cantano. Penso che la scelta di Geolier, da parte della direzione artistica del Festival, come del resto anche quella di Angelina Mango, sia importante per aggregare un nuovo pubblico con artisti che già avevano un notevole seguito di fan“.

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Aggiunge poi: “Non ho titolo per intervenire sul piano musicale riguardo al brano di Geolier, ma non è la prima volta al Festival di Sanremo di un brano in dialetto, se non sbaglio in passato c’era stato anche Rocco Hunt. Sono sempre più convinto, però, che all’interno di un panorama musicale ci possano essere generi diversi e anche ‘usiì linguistici, come nel caso del dialetto del rapper napoletano, che possano intercettare le nuove generazioni, platee più ampie“.

Alcuni dialetti sono più vivaci culturalmente e acquistano ‘ascolto’ al di fuori della propria area locale”

Nicola De Blasi sta lavorando con Francesco Montuori al ‘Dizionario etimologico storico del Napoletano‘. De Blasi precisa ancora: “Non è facile abbinare un dialetto ad un popolo, perchè il popolo italiano è unico. I diversi dialetti rappresentano le comunità, situazioni storiche o vicende particolari, non solo regionali, ma locali. Ci sono poi fasi storiche in cui alcuni dialetti sono più vivaci culturalmente e acquistano ‘ascolto’ al di fuori della propria area locale, soprattutto in ambito artistico, come nel caso di Geolier. Anche se con la canzone napoletana accade da tempo, già dalla fine dell’800“.

Ci sono esempi recenti nel cinema, nelle serie tv, come ‘Mare fuori’ dove la fantasia artistica si trasforma in elemento aggiuntivo della creatività di un dialetto. Anche se sono sempre più convinto che il successo di un brano, di una serie tv, più che dal fattore linguistico, dipenda dalla validità del progetto, dal merito delle persone” dice poi.

Dice poi la sua sulla rappresentazione dei temi più violenti: “E’ un vecchio problema dell’arte – risponde De Blasi- Ricordate ‘Napoli Milionaria’ di Eduardo De Filippo? Osserviamo pure la realtà, anche nei suoi aspetti più inquietanti, la vera qualità è non trasformarla in propaganda“.

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