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sabato, Aprile 27, 2024
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Afragola, colpo agli imprenditori De Luca: imparentati con il boss del clan Moccia

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Nell’ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord -Sezione Criminalità Economica – militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Frattamaggiore hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Napoli Nord, nei confronti di quattro persone (di cui 1 in carcere, 2 agli arresti domiciliari, 1 con divieto di dimora nei Comuni della Campania e misura interdittiva del divieto di esercitare attività d’impresa e uffici direttivi di persone giuridiche), residenti in Afragola, per bancarotta fraudolenta. È stato anche disposto il sequestro di un ramo d’azienda ai De Luca, con sede a Casoria e operante su tutto il territorio nazionale nel settore delle costruzioni infrastrutture pertinenti la rete ferroviaria, di un appartamento in Casoria, di un’autovettura di lusso e di disponibilità finanziarie riconducibili agli indagati ed alle aziende da essi gestite, per un ammontare complessivo di euro 56.250.

In manette è finito il capostipite di una delle famiglie imprenditoriali più note di Afragola, il 64enne Giuseppe De Luca, cognato del boss di camorra Angelo Moccia, e i figli Paolo e Leonardo. Il 64enne è finito in carcere mentre i figli ai domiciliari; l’ulteriore misura cautelare del divieto di dimora in Campania è stato notificata ad un macellaio residente a Napoli, cui era intestata la società dal cui fallimento sono partite le indagini.

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Le indagini, svolte con l’ausilio di intercettazioni telefoniche ed ambientali, analisi di copiosa documentazione bancaria e contabile relative ad imprese operanti nel settore delle costruzioni edilizie ferroviarie, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza non solo nei confronti degli amministratori di diritto De Luca, ma anche dei gestori di fatto della società fallita, essendo emerso a loro carico un preciso ruolo che ha portato al dissesto finanziario dell’azienda e alla distrazione dei beni rientranti nel patrimonio della stessa. E’ anche utile evidenziare che il fallimento è intervenuto dopo che la società era stata colpita da interdittiva antimafia, con la costituzione di una nuova azienda la cui rappresentanza era stata affidata ad un soggetto “prestanome”.

 

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