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martedì, Maggio 21, 2024
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“Ho fatto un guaio”, le parole di Stefania Russolillo al marito dopo l’omicidio della mamma di Donato De Caprio

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Inizierà alle 10 di domani, davanti al gip di Napoli Tommaso Perrella, l’udienza di convalida del fermo di pubblico ministero (sostituto procuratore Maurizio De Marco) notificato dalla Squadra Mobile di Napoli alla 47enne Stefania Russolillo, vicina di casa di Rosa Gigante. La 72enne ipovedente madre del noto salumiere-TikToker Donato De Caprio è stata trovata senza vita due giorni fa nella sua casa nel quartiere Pianura di Napoli. Stefania Russolillo, difesa dall’avvocato Raffaello Scelsi, è gravemente indiziata dell’omicidio della 72enne. La donna ha reso una parziale confessione agli inquirenti e attualmente è detenuta nel carcere femminile di Pozzuoli.

Il corpo senza vita della donna è stato trovato dagli agenti della Squadra Mobile e del commissariato Pianura in un’abitazione di via vicinale Santaniello. Sul corpo della vittima erano presenti evidenti segni di aggressione e tracce di un principio di combustione. Subito le indagini si sono concentrate sulla vicina di casa Stefania Russolillo, che avrebbe, probabilmente all’epilogo di un litigio nato per futili motivi (pare per il furto della posta), prima aggredito e poi ucciso l’anziana donna. La Procura ha disposto il sequestro della salma, sulla quale sarà eseguita l’autopsia.

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E’ stato il marito di Russolillo a informare la Polizia che il crimine consumato nell’abitazione di via vicinale Sant’Aniello era riconducibile alla moglie. Lo ha reso noto il primo dirigente della Squadra Mobile di Napoli, Alfredo Fabbrocini, in una conferenza stampa in Questura che si è appena conclusa. “Il corpo della signora è stato trovato supino con segni di violenza e parzialmente bruciato, con un cavo all’altezza del collo –  ha detto Fabbrocini – Al momento non sono note le causa del decesso. Dobbiamo aspettare l’autopsia. Per quanto riguarda l’indagata ha fatto parziali ammissioni sull’accaduto, l’individuazione delle sue responsabilità sono giunte grazie alle testimonianze di altre persone presenti nel palazzo”.

“Le bruciature – ha aggiunto il dirigente della Squadra Mobile rispondendo alle domande dei giornalisti – sono state causate da un liquido infiammabile, nel corso di un tentativo di darle fuoco”. L’indagata, ha detto ancora Fabbrocini, “risulta essere in cura presso un centro di igiene mentale”. In merito al presunto movente la Squadra Mobile conferma che c’era stato un rimprovero che sarebbe stato mosso da Rosa Gigante a Stefania Russolillo che l’accusava di prendere la sua posta. “Abbiamo ragionevoli sospetti – ha concluso Fabbrocini – che a uccidere sia stata l’indagata”.

 

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