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mercoledì, Giugno 26, 2024
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“Ho visto tutto”, l’ex boss Guarino racconta l’omicidio Ferrara al bar Mary

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Era il 14 marzo del 2007 quando scoppiò la Seconda Faida di Scampia, meglio conosciuta come la Girata. Tutto iniziò con gli omicidi di Giuseppe Pica e Francesco Cardillo che riaccesero lo scontro le organizzazioni criminali dell’area nord di Napoli. Così gli ex dilauriani Luigi Giannino, Luigi Magnetti e Rosario Guarino pagarono la loro entrata nel gruppo degli Scissionisti.

Infatti nella logica camorristica la dimostrazione poteva essere data soltanto uccidendo componenti dei vecchio gruppo come Luigi Magnetti (a sua volta ucciso ) Luigi Giannino (anche lui ucciso in un agguato). L’iniziale Girata ha prodotto conseguenze terribili nel senso che i Di Lauro hanno a loro volta risposto commissionando e commettendo altri omicidi: i Milionari hanno ucciso alcuni degli ex hanno eliminato coloro che ritenevano essere gli autori degli omicidi di Pica e Cardillo e proprio da questa logica sarebbero nati gli omicidi di Giannino e Magnetti.

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La nuova ordinanza per il boss Lello Amato 

Sabato scorso i carabinieri di Napoli hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di Raffaele Amato, capoclan degli Amato – Pagano, che è accusato di essere coinvolto, insieme ad altre persone, nell’omicidio pluriaggravato di Salvatore Ferrara e del ferimento di Ugo De Lucia e Antonio Caldieri. 

Reati aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare il clan degli Amato-Pagano, operante nell’area nord della città di Napoli ed in alcuni paesi della provincia. In particolare l’omicidio Ferrara è avvenuto all’esterno del bar Mary nel rione Berlingieri il 25 settembre del 2007.

L’omicidio Ferrara raccontato dal pentito Guarino

Il pentito Rosario Guarino ha parlato in un interrogatorio rilasciato il 23 dicembre 2013. “Ferrara che era il capo piazza del Berlingieri per conto dei Di Lauro. Luigi Magnetti scese mentre io rimasi a bordo del motorino, che portavo io. Luigi Magnetti andò con tutte e due le pistole ed il primo colpo attinse Salvatore Ferrara alla testa, colpo che passò attraverso il vetro della porta che Ferrara tentava disperatamente di chiudere vedendo Magnetti arrivare; poi Magnetti dando un calcio alla porta del bar, entrò e sparò al corpo del Ferarra con entrambe le pistole. Mentre lo finiva, Ugo De Lucia si nascondeva per tentare di entrare nel bagno del bar e Magnetti gli sparò, entrò nel bagno e, vedendo che era il ragazzo figlio di S. lo risparmiò. Sia io che Magnetti indossavamo un cappellino a visiera e quindi è possibile che Ugo De Lucia lo abbia visto; io ero fuori al bar ad una decina di metri. Io comunque ho visto tutto, salvo la parte in cui Ugo De Lucia nel bagno venne risparmiato dal Magnetti, fase che mi venne raccontata dal Magnetti mentre andavamo via. Luca Raiano ci stava aspettando a viale delle Industrie, perché gli dovevamo consegnare il motorino e le pistole e ci dovemmo prendere la macchina. Fatto lo scambio, io e Magnetti ce ne andammo a Melito, via Lavinaio la parallela di via Cicerone, dove c’è l’abitazione di Salvatore Petriccione ed il parco dove abitavano quasi tutti gli affiliati degli Amato Pagano“.

 

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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