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giovedì, Maggio 2, 2024
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“Il giro vecchio non c’è più”, quando Vincenzo Di Lauro si lanciò nel business delle fatture inesistenti e frode sull’IVA

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“Il giro vecchio non c’è più”. Dopo il sequestro della fabbrica di sigarette Vincenzo Di Lauro aveva capito che bisognava trovare nuove fonti di guadagno e per questo ideò un nuovo business: la gestione di diverse società operanti quali cartiere per l’emissione di fatture inesistenti e per la frode dell’IVA. Per fare questo business, come raccontano i magistrati, si servì di un imprenditore ritenuto intraneo al clan Di Lauro, ovvero Angelo Milone (indagato nell’inchiesta).

Per una società in particolare, la “MINA FASHION” gestita da MILONE Angelo, è lo stesso CASTELLI a sottolineare nel corso di una conversazione avuta con Nocera Gennaro come sia occultamente riconducibile a Di Lauro Vincenzo e lo afferma con certezza poichè è stato lui stesso a crearla per il capo clan, nella consapevolezza della fittizia intestazione dell’attività commerciale. “aAllora ti voglio spiegare il problema dove sta: è vero che MINA FASHION … Enzo la gestisce. e tu lo sai, te lo dico io perchè l’ho fatta io … “. Viene ricostruito, nella minuziosa attività investigativa, il ruolo centrale assunto dal MILONE in diverse attività economico-finanziarie (in cui si avvale della preziosa consulenza dei soliti CASTELLI e GRANATA. Di solito negli uffici della Futuro srl) tra cui: un’operazione di leasing da accendere tramite la società riconducibile al clan “DI LAURO”, la “MINA FASHION”, per l’acquisto di un capannone a Secondigliano che Nocera ha preso, verosimilmente tramite asta giudiziaria, ad un prezzo nettamente inferiore al suo valore iniziale, realizzando una notevole plusvalenza che poi ripartiranno.

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Il provvedimento interviene evidentemente in una fase preliminare ed è sottoposto a mezzi di impugnazione, mediante i quali è garantito il diritto al contraddittorio delle persone sottoposte alle indagini.
I destinatari delle misure cautelari non devono essere considerati colpevoli dei fatti in contestazione fino alla pronuncia di una sentenza definitiva.

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