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giovedì, Maggio 2, 2024
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Il Napoli è una polveriera: 0-0 a Bologna e quello scontro Osimhen-Garcia simbolo di una tensione ormai esplosa

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Il Napoli spumeggiante e abituato a fare faville, mettendo a ferro e fuoco ogni difesa avversaria e capace di arrivare a vincere uno Scudetto quasi doppiando le concorrenti in classifica sembra essere rimasto arenato, appunto, al mese di giugno scorso. Dopo il pari di Genova, un 2-2 arrivato nei minuti finali di partita e solo grazie a due isolati spunti offensivi, gli azzurri si fermano anche al Dall’Ara non riuscendo ad andare oltre lo 0-0 contro un Bologna “catenacciaro”, ma attento e dinamico nell’avvolgere nel suo reticolo qualsiasi manovra offensiva avversaria.

Troppe incertezze, troppi spunti personali e troppo poca lucidità da parte di una compagine che, fino ad appena tre mesi fa, aveva fatto innamorare i tifosi insegnando calcio e arrivando a dire la sua anche in Europa, con lo storico traguardo dei quarti di finale di Champions League. Un pareggio che sottrae, dopo quello di Genova, altri due punti al Napoli e che rimarca, ancora di più, dei notevoli passi indietro rispetto a un campionato fa.

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Osimhen sbaglia un rigore e litiga con Garcia dopo la sostituzione

Un Napoli che inizia prendendo subito in mano il pallino del match, con un Bologna che ragiona più di attesa che di sviluppo e possesso, complice anche l’infortunio del terzino Stefan Posch dopo 10 minuti, sostituito poi da De Silvestri. Una partita che sembra quindi in crescendo per gli azzurri, con un palo colpito da Osimhen dopo appena 5 minuti dopo una diagonale di Raspadori, e un colpo di testa dello stesso Osimhen al minuto 11.

Gara che, poi, si spegne vivendo di piccole fiammate, col Bologna che cerca di manovrare un po’ di più, mantenendo palla e gestendo il possesso ma comunque tenendo il pallino del gioco in difesa e chiudendo gli spazi ad un Napoli che si affida soprattutto agli spunti offensivi di Kvara e Osimhen. Questo fino al minuto 27 della ripresa, quando Calafiori intercetta col braccio (in caduta) un cross basso di Kvaratskhelia: rigore (assai generoso, essendo il terzino rossoblù in caduta) concesso dall’arbitro Ayroldi e Osimhen sul dischetto contro Skorupski. Tiro, fuori, e di molto.

Da questo episodio, il campo dà sempre più spazio al nervosismo tra i calciatori azzurri, con Garcia che prima decide di togliere Kvara per far spazio a Elmas e poi Osimhen per far spazio a Simeone, col nigeriano che non la prende per niente bene e gesticola non poco dopo la sostituzione.

Nervi tesi in casa Napoli, cosa significa il gesto di Osimhen a Garcia

Un disappunto, quello di Osimhen, anche di natura tattica oltre che personale: ha fatto il segno “due” con le mani nei confronti del tecnico, perché avrebbe voluto giocare con un’altra punta, il Cholito nella fattispecie, così da aumentare il potenziale offensivo per lanciarsi alla ricerca dei tre punti. Nervosismo tangibile anche se si ci si sofferma su Politano, che dopo un fallo a favore con conseguente ammonizione nei confronti di Freuler, rincorre lo svizzero e, senza alcun motivo, lo spintona, ricevendo a sua volta il giallo: piccoli gesti che, insomma, mostrano quanto siano tesi i nervi in casa Napoli, quanto Garcia sembra aver (quasi) perso il controllo dello spogliatoio e quanto i comportamenti fattispecie dei top player sembrino delegittimare il ruolo del mister.

Garcia che nel post gara ha ammesso di non aver gradito la scenata del nigeriano: “Ad Osimhen ho parlato per la sua uscita ma rimangono cose da spogliatoio. L’attitudine non è stata buona nel cambio, ma ne ho già parlato con lui e con la squadra. Perché ho sostituito sia lui che Kvara? Noi abbiamo qualità anche in panchina. Non puntiamo solo sui titolari: abbiamo davanti tante altre partite e per questo non posso non fare appello a tutta la rosa”.

Insomma, un Napoli che sembra ad oggi un lontano parente di quello scudettato di appena tre mesi fa e a 7 lunghezze dall’Inter capolista e già in volata: una squadra che resta ancora un punto interrogativo ma nulla è perduto, i punti a disposizione sono ancora tantissimi e “rialzarsi” è l’imperativo, a partire dalla prossima in casa con l’Udinese in occasione del turno infrasettimanale. Proprio quell’Udinese sul cui campo, 145 giorni fa, il sogno prese forma diventando realtà e da cui bisogna ripartire per evitare una drammatica chiusura del cerchio.

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