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sabato, Aprile 27, 2024
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Il test di paternità falsificato e le tante bugie, l’altra donna di Ale: “Avevo capito che Giulia era in pericolo”

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Ha 23 anni ed è nata in Inghilterra l’altra donna di Alessandro Impagnatiello, l’uomo che nella serata di sabato ha ucciso la fidanzata Giulia Tramontano, incinta al settimo mese. La ragazza, collega nell’hotel di lusso dove il 30enne lavorava con barman, aveva intrapreso una storia che, a sua insaputa, era parallela a quella con Giulia. Ma chi se la immagina come una “nemica” della giovane di Sant’Antimo, sbaglia. Perché è stata lei – che abita in un piccolo monolocale alla periferia di Milano – a scoprire la doppia vita di Impagnatiello. È sempre lei a contattarla, per conoscerla, per parlare, per scoprire insieme che Alessandro aveva mentito a entrambe. Ed è ancora lei la prima a iniziare a sospettare del 30enne, e a temere per la salute di Giulia.

Il primo incontro con “l’altra” e la scoperta del tradimento

Il primo incontro tra la ragazza italoinglese e il 30enne avviene a giugno 2022. Lei fa la cameriera, lui è il responsabile del bar. Inizia subito a corteggiarla, e un mese dopo i due cominciano a frequentarsi. Tra i due nasce una storia che, con il passare delle settimane, diventa sempre più seria. Passano anche delle notti insieme al punto che lei, lo scorso gennaio, rimane incinta. Di “comune accorso con lui” decide però di interrompere la gravidanza. Della relazione del suo compagno con Giulia ne verrà a conoscenza solo ad aprile. La scoperta grazie al cellulare di lui. “Ho visto delle foto sul suo telefono che lo ritraevano in vacanza con Giulia a Ibiza, invece a me aveva detto che ci sarebbe andato da solo spiega ai carbinieri.

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Le bugie sul test di paternità

Nelle foto nota il pancione della 29enne, difficile da nascondere al sesto mese. Chiede spiegazioni ad Alessandro che però nega di essere il padre del bambino. Le mostra un (falso) esame del Dna che lo scagionerebbe, le dice che la relazione è terminata ma di dover stare comunque accanto a Giulia perché la 29enne sarebbe emotivamente instabile, bipolare, e avrebbe minacciato il suicidio. Tante bugie che riescono, almeno in un primo momento, a mantenere stabile la relazione. Poi, il soffio di vento che fa cadere il castello. Lei deve partire per un viaggio e, per l’occasione, lui le presta il suo tablet. E così, cercando nel dispositivo, scopre ricerche fatte sul web su come falsificare il test di paternità.

L’incontro con Giulia e la scoperta della verità

A fine maggio, al suo ritorno, la relazione finsice. Ma lei è intenzionata a far venire fuori la verità. Contatta così Giulia e le due si danno appuntamento proprio davanti all’hotel dove lavorava Alessandro. Le due donne parlano per oltre un’ora, si confidano, concordano di essere state entrambe raggirate. Chiedono anche al 30enne di partecipare, di metterci la faccia e dare le sue spiegazioni. Lui però non si farà vedere. La sera di sabato 27 maggio, poi, dal cellulare della 29enne di Sant’Antimo vengono scritti dei messaggi indirizzati all’altra ragazza vittima del raggiro. Il tono è però diverso da quello usato fino a quel momento nella chat.

I messaggi scritti con il cellulare di Giulia

È un cambiamento di rotta troppo evidente per non insospettire. “A mio avviso mi stava scrivendo in maniera diversa da quanto aveva fatto in precedenza”. Sembra quasi un’altra persona rispetto a quella appena conosciuta: “Mi scriveva che lei non era stata sincera con me e di lasciarla in pace e che voleva tornarsene a casa”. L’ultima risposta dal telefono di Giulia alle 21.50: da quel momento non si farà più sentire e al cellulare scatterà sempre la segreteria. Così la 23enne inizia a mettere sotto pressione Impagnatiello: gli chiede in continuazione dove sia. Lui accampa sempre delle scuse: è a letto; sta dormendo; sta riposando, davvero, ma a casa di un’amica. Qualcosa, però, è evidente che non torni. I sospetti crescono, così come la paura.

I guanti di lattice dallo zaino a lavoro

Qualche ora dopo si trova Alessandro sotto casa, ma non lo fa entrare. Preferisce parlargli dalla finestra. “All’ennesima dimostrazione della sua falsità, gli dicevo di non credere a quello che mi stava dicendo” spiega. Lui se ne va e i due si rivedono a lavoro il giorno dopo. Lui è “strano”, le dice solo che Giulia quel giorno non rispondeva più nemmeno alle sue telefonate. “In quelle circostanze – aggiunge – ho notato fuoriuscire dallo zaino di lavoro di Alessandro che aveva in spalla dei guanti in lattice di colore azzurro”. Nonostante le resistenze di lui, la giovane riesce a contattare la sorella di Giulia: è così che scopre che nessuno sapeva dovve fosse finita la 29enne. “Ero e sono preoccupata per Giulia”, metterà a verbale.

“Sono libero, Giulia è andata via e quello non è figlio mio”, l’ennesima bugia di Ale all’amante dopo l’omicidio

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