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venerdì, Aprile 26, 2024
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Infermiere arrestato per i falsi green pass, soldi e sesso in cambio di finte dosi

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Infermiere arrestato per i falsi green pass, soldi e sesso in cambio di finte dosi.  Lunedì la Squadra Mobile della Questura di Ancona eseguiva 50 ordinanze di misure cautelari personali, emesse dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Ancona, in ordine ai reati continuati di corruzione, falso ideologico e peculato, commessi in concorso da altrettanti indagati, coinvolti in numerose vicende corruttive, finalizzate all’indebito rilascio della “certificazione verde anti-SARS-CoV-2”.

È stata applicata la custodia cautelare in carcere nei confronti di un infermiere professionale, addetto alla somministrazione dei vaccini anti covid-19 presso il principale centro vaccinale del capoluogo della regione Marche e la misura degli arresti domiciliari nei confronti di quattro soggetti, ritenuti intermediari nei fatti corruttivi e nei corrispondenti reati di peculato e di falso ideologico.

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LE INTERCETTAZIONI DELL’INFERMIERE

Nelle decine di pagine di intercettazioni, in parte pubblicate dal Il Fatto Quotidiano, non mancano racconti di prestazioni sessuali in cambio della finta dose. Ci sono anche commenti anatomici e il riferimento a un episodio che coinvolge persino una donna malata di cancro.

Emanuele Luchetti avrebbe intascato centinaia di euro intascati ogni giorno. Al punto da lasciarsi andare al telefono: “Se va avanti così la compro già a fine anno (la casa, ndr)” confida a una dirigente dell’azienda sanitaria regionale, finita tra gli indagati, che gli risponde: “Le cose cambiano, caro mio”.

E lo stuzzica: “Adesso dentro la cassetta c’hai diecimila euro, tonde tonde, te l’avevo detto. Dammi i soldi pure a me, adesso posso pescare anch’io dalla cassetta, te c’hai ventimila euro dall’altra parte” . Si mostra anche sprezzante nei confronti di chi ha deciso di farsi vaccinare per finta: “Tutta sta gente che ha fatto il vaccino da te, il rischio ce l’hanno molto alto. C… loro, perché poi il rischio c’è, è molto alto, adesso gira un bel po’…”.

IL VIDEO DELLE FALSE INIEZIONI

L’OPERAZIONE DELLA POLIZIA

Sono destinatari di 55 provvedimenti, con i quali è stata applicata la misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di residenza o attuale dimora e dell’obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria, altrettanti soggetti di più parti del territorio nazionale i quali si sono volontariamente sottoposti alla fittizia inoculazione dei vaccini anti Covid-19, previo l’illecito pagamento di somme di denaro, a carico dei quali sono pure ipotizzati i reati in concorso di corruzione, di peculato e di falso ideologico.

IL SEQUESTRO DEL ‘BOTTINO’

Sono state, inoltre, eseguite ventiquattro perquisizioni personali e locali ed è stato disposto il sequestro preventivo del profitto dei reati contestati, fino a concorrenza dell’importo di 18.000 euro. Le articolate attività investigative, coordinate dalla Procura della Repubblica di Ancona, sono state avviate agli inizi del mese di dicembre 2021 e hanno determinato (nel corso delle indagini) l’emissione di complessivi cinquanta provvedimenti di sequestro di certificati in formato digitale, rilasciati dalla “Piattaforma nazionale digital green certificate” del Ministero della Salute, senza che ne sussistessero i presupposti di cui all’art. 9 comma 2 lettera A del D.L. 22.4.2021 nr. 52.

APPROFITTAVA DELLO STATO D’EMERGENZA

Secondo quanto è emerso dalle attività degli inquirenti, il predetto infermiere, addetto alle vaccinazioni presso l’HUB Vaccinale COVID 19, istituito presso il palazzetto dello sport “Paolinelli” di Ancona, approfittando dello stato di emergenza (dovuto alla pandemia da Covid-19 e alle numerose richieste di privati finalizzate ad ottenere in tempi rapidi il cd. Green Pass, per far fronte alle limitazioni imposte in caso contrario dalla normativa vigente), ha agito con la complicità di soggetti che operavano quali intermediari nell’interesse delle persone da vaccinare fittiziamente.

FINTE INOCULAZIONI DEL VACCINO

Previa la corresponsione di somme di denaro, il principale indagato ha simulato in una pluralità di episodi accertati, l’inoculazione del siero vaccinale COVID 19 alle predette persone, al fine di far loro ottenere il documento di avvenuta vaccinazione, destinato al successivo inserimento nella piattaforma nazionale D.G.C. del Ministero della salute.

Il compendio probatorio è costituito da attività di intercettazioni, servizi di osservazione e riprese video effettuate nel centro di vaccinazione. Da quanto ricostruito grazie alle immagini del sistema di videosorveglianza, l’infermiere professionale agiva con la medesima modalità operativa: anziché inoculare il siero vaccinale ai pazienti – in favore dei quali venivano successivamente rilasciati certificati falsamente attestanti la pratica della vaccinazione – lo rendeva inservibile, disperdendolo nel cestino dei rifiuti e all’interno del contenitore cosiddetto agobox.

RISCHI DEL SISTEMA SANITARIO NAZIONALE

In tale modo si realizzava lo spreco di una fondamentale risorsa pubblica, quale il siero vaccinale affidatogli per ragioni del servizio, distratto dalla destinazione propria, con rischi di compromissione dell’efficacia dell’azione del Sistema Sanitario Nazionale, diretta a contenere gli effetti della diffusione del virus COVID 19.

Con riferimento ai soggetti intermediari, è emerso che costoro (capaci di diffondere, nei rispettivi ambiti di lavoro e di conoscenze, le possibilità offerte, dietro compenso, dal predetto infermiere), erano divenuti punti di riferimento di una pluralità di persone interessate ad ottenere la “certificazione verde anti-SARS-CoV-2” senza sottoporsi a vaccinazione, percependo alcuni di essi, a titolo di mediazione, una parte di quanto corrisposto dai soggetti non vaccinati corruttori, e fungendo da strumento di indispensabile tramite con l’infermiere il quale, nella maggiore parte dei casi, non aveva conoscenza diretta dei soggetti nei cui confronti sarebbe stata praticata la simulata vaccinazione.

INDAGINI IN CORSO

Sono ancora in corso attività investigative coordinate dalla Procura dorica per accertare l’ampiezza del fenomeno illecito, il suo inizio e il numero dei soggetti interessati. Le indagini non hanno, invece, dimostrato allo stato il coinvolgimento di medici o di altre figure professionali che lavorano presso il centro vaccinale e dei funzionari responsabili. I provvedimenti cautelari emessi attengono alla fase delle indagini preliminari e resta salvo l’accertamento definitivo delle responsabilità.

Il Questore Capocasa: “L’operazione odierna è la dimostrazione tangibile di come la Polizia di Stato vigili con impegno e professionalità sul rispetto delle norme anti Covid-19 a tutela della salute pubblica, sia con controlli visibili, che con attività investigative. Nella circostanza sono stati individuati dei soggetti, che non esitano a violare la legge, aggravando seriamente l’emergenza epidemiologica, attraverso la consumazione di reati odiosi quali la corruzione ed il peculato. Uno scenario triste e sconcertante, prontamente ed efficacemente rimosso dall’Autorità Giudiziaria e dalla Polizia di Stato, ancora una volta in perfetta sinergia”.

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