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venerdì, Aprile 26, 2024
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Iscrizione nelle liste di leva a Napoli, l’avviso del Comune non è collegata alla guerra Iran-Usa

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Sta scatenando il panico inutilmente l’avviso che il sito del Comune di Napoli ha pubblicato per  l’iscrizione nelle liste di leva per i nati nel 2003. Ogni anno, infatti, questo avviso viene pubblicato sul sito del Comune di Napoli perché anche se dal 2005 la chiamata al servizio obbligatorio di leva è stata sospesa in Italia, nel caso in cui il Paese entrasse in guerra , ovviamente tale sospensione sarebbe revocata. 

Naturalmente si tratta di uno scenario molto distante dalla realtà anche se gli scenari della guerra in Iran sta scatenando il panico tra i genitori. Si tratta di preoccupazioni insensate che non hanno motivo di  esistere. Dunque vogliamo precisare che la
situazione difficile tra America ed Iran non c’entra nulla con l’avviso diffuso dal comune di Napoli. 
Missili in Iraq, militari italiani salvi grazie ai bunker. Di Maio: “”È accaduto quello che temevamo”

Nessun militare italiano è rimasto ferito nell’attacco missilistico contro la base statunitense di Erbil e “i mezzi e le infrastrutture in uso al contingente militare italiano non hanno subito danni“. Lo afferma lo Stato Maggiore della Difesa in una nota.

“In queste ore difficili siamo tutti vicini ai militari italiani in missione a Erbil e in tutto il territorio iracheno”, scrive su twitter il commissario europeo Paolo Gentiloni.

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“È accaduto quello che temevamo. L’Iran ha risposto al raid Usa lanciando decine di missili contro le basi militari di Ayn al-Asad e di Erbil in Iraq. Entrambe ospitano personale della coalizione internazionale anti-Isis, di cui fa parte anche l’Italia. In queste ore difficili esprimo a nome del governo anche tutta la mia vicinanza ai nostri militari e li ringrazio“. Lo ha scritto su Facebook il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.

Intanto Forza Italia chiede che il governo riferisca sulla situazione. “Comprensibili ripiegamenti di militari italiani dislocati in Iraq, ipotesi addirittura di un blocco navale per impedire il traffico di armi verso la Libia, utilizzando l’operazione Eunavfor Med, altre vicende rilevanti impongono un immediato chiarimento in sede parlamentare“, dice Maurizio Gasparri di Fi.

Ad Erbil si trova una parte consistente dei circa mille militari italiani attualmente presenti in varie località dell’Iraq. In particolare, dal 2015 è attiva la Task force Land composta da militari dell’Esercito che hanno compiti di addestramento dei peshmerga, le forze di sicurezza curde.

I militari italiani presenti ad Erbil sarebbero al momento circa 400, di cui 120 istruttori. Nessuno, viene ribadito, avrebbe subito conseguenze dopo l’attacco di questa sera.

La Task force land è inquadrata nel Kurdistan Training Coordination Center (KTCC), il cui comando è attribuito alternativamente per un semestre all’Italia e alla Germania: ad esso contribuiscono nove nazioni, con propri addestratori (Italia, Germania, Olanda, Finlandia, Svezia, Gran Bretagna, Ungheria, Slovenia e Turchia).

Gli istruttori militari italiani addestrano i peshmerga in varie discipline: dalla formazione basica di fanteria all’uso dei mortai e dell’artiglieria, dal primo soccorso alla bonifica degli ordigni improvvisati.

Le parole del Ministro Di Maio

“È accaduto quello che temevamo. L’Iran ha risposto al raid Usa lanciando decine di missili contro le basi militari di Ayn al-Asad e di Erbil in Iraq. Entrambe ospitano personale della coalizione internazionale anti-Isis, di cui fa parte anche l’Italia. Seguiamo con particolare preoccupazione gli ultimi sviluppi e condanniamo l’attacco da parte di Teheran. Si tratta di un atto grave che accresce la tensione in un contesto già critico e molto delicato.
In queste ore difficili esprimo a nome del governo anche tutta la mia vicinanza ai nostri militari e li ringrazio.
Purtroppo è la storia che si ripete.
Invitiamo entrambe le parti alla moderazione e alla responsabilità. La regione vive una instabilità da decenni, una nuova guerra spingerà la proliferazione di cellule terroristiche e di nuovi flussi migratori. Non è più accettabile tutto questo.


Si apprenda dagli errori del passato e si torni al dialogo.
Intanto dopo il vertice di ieri a Bruxelles e la mia visita in Turchia, oggi sono in viaggio verso Il Cairo, per discutere ancora di Libia e della situazione in corso. Questa sera sarò ad Algeri. L’Ue non può restare immobile, l’Ue non può mostrarsi divisa ma deve parlare con una sola voce. E a proposito di quanto riportato da alcuni organi di stampa, in sede europea non si è mai parlato di riattivare Sophia, al contrario. Pensiamo invece che servano misure serie per attivare e soprattutto far rispettare un embargo complessivo via terra, via aerea e via mare nel Mediterraneo. Bisogna smetterla di vendere armi, bisogna fermare ogni interferenza esterna in Libia”.

L’Iran lancia 15 missili contro le basi Usa in Iraq. Per i Pasdaran ci sono almeno 80 morti

L’Iran ha lanciato l’operazione ‘Soleimani Martire’ sferrando un attacco missilistico in Iraq contro due basi che ospitano le truppe americane e quelle della coalizione, tra cui militari italiani. Una pioggia di cruise e di missili balistici a corto raggio partita dal territorio iraniano e che si è abbattuta contro la base di al-Asad e contro quella di Erbil, come prima rappresaglia per l’uccisione del generale Qassem Soleimani da parte degli Usa.

Almeno 80 morti. Sarebbe questo un primo bilancio dell’attacco missilistico dell’Iran contro due basi irachene dove erano ospitati militari americani. La televisione di Stato iraniana cita fonti ben informate della Guardia Rivoluzionaria secondo le quali circa 80 prsone sono state uccise, ed altre 200 sono rimaste ferite, in seguito al raid. “Grandi perdite sono state inflitte a numerosi droni, elicotteri e equipaggiamento militare nella base” di al-Asad. Secondo la Guardia Rivoluzionaria almeno 15 missili hanno colpito basi statunitensi, e nessuno è stato intercettato dall’esercito americano. “Circa 104 obiettivi degli Stati Uniti e dei suoi alleati locali sono sono osservazione da parte dell’Iran, e se commetteranno un errore, siamo pronti ad attaccarli”, spiega una fonte della Guardia Rivoluzionaria alla tv di Stato.

L’Iran “ha dato uno schiaffo gli Stati Uniti con l’attacco missilistico alle sue basi militari, ma non è ancora abbastanza e la presenza corrotta degli Stati Uniti dovrebbe finire”. Lo ha detto il leader supremo iraniano, Ali Khamenei, in un messaggio in tv.

Nessun soldato iracheno è stato colpito nell’attacco iraniano contro le due basi americane: lo ha reso noto l’esercito iracheno affermando che sono stati lanciati 22 missili.

Secondo la tv di Stato iraniana, ci sarebbe stata anche una seconda ondata di attacchi.

Il personale del contingente militare italiano ad Erbil si è radunato in un’area di sicurezza – secondo quanto appreso dall’ANSA – e gli uomini si sarebbero rifugiati in appositi bunker. Risultano tutti illesi.

Intanto, un terremoto di magnitudo 4.5 ha colpito una zona dell’Iran vicina ad un impianto nucleare. L’Istituto geofisico americano (Usgs) indica che l’epicentro del sisma è stato localizzato a 17 km a sudest di Borazjan, ad una profondità di 10 km. Per il momento non ci sono notizie di danni o vittime.

Il Pentagono, in una nota, ha affermato che dopo aver messo al corrente dei fatti il presidente americano Donald Trump sta ancora valutando le conseguenze dell’offensiva. Intanto a Washington si è riunito il consiglio per la sicurezza nazionale alla presenza del segretario di Stato Mike Pompeo e del numero uno del Pentagono Mark Esper.

Da Teheran il corpo delle Guardie Rivoluzionarie Iraniane ha annunciato come “la feroce vendetta” per l’uccisione del generale Soleimani è iniziata e ha affermato che l’operazione iniziale si è conclusa con successo e che la base di al-Asad, contro cui sarebbero stati lanciati almeno 35 missili, “è stata completamente distrutta”.

L’Iran minaccia quindi “azioni ancor più devastanti” se gli Usa dovessero decidere di rispondere. “Se l’Iran dovesse essere attaccato sul suo territorio – avvertono le Guardie Rivoluzionarie – Dubai, Haifa e Tel Aviv verranno colpite in un terzo round di attacchi da parte dell’Iran”. Intanto volano le quotazioni del petrolio, balzato del 3,4% a 65 dollari, e dell’oro, a quota 1.600 dollari l’oncia ai massimi dal 2013.

Un capo della forza paramilitare irachena filo-iraniana Hashed al Shaabi ha invocato una “risposta irachena” all’attacco al generale Soleimani altrettanto forte di quella iraniana, dopo l’attacco missilistico iraniano a due basi Usa in Iraq. In un tweet, Qaïs al-Khazali, da qualche giorno nella lista Usa dei ‘terroristi’, ha affermato che “la prima risposta iraniana all’assassinio del comandante martire Soleimani” è “avvenuta” . “È giunto il momento per la prima risposta irachena all’assassinio del comandante martire Mouhandis”, ha aggiunto.

Il premier giapponese Shinzo Abe ha cancellato la visita prevista in Medio Oriente, in programma a metà gennaio, a causa dell’intensificarsi delle tensioni nella regione tra Iran e Stati Uniti. La decisione segue l’attacco dell’Iran a due basi statunitensi in Iraq, dopo l’uccisione del generale iraniano Soleimani in un blitz Usa lo scorso 3 gennaio. Abe si sarebbe dovuto recare in Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti e Oman a partire da sabato.

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