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venerdì, Aprile 26, 2024
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La cattura di Michele Zagaria. Tra calzini e Dna, così Pisani stanò il superboss

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La trasposizione cinematografica trasmessa dalla Rai delle vicende che hanno segnato la cattura del super boss latitante dei Casalesi, Michele Zagaria, nella villeta-bunker di Casapesenna, oltre ad aver romanzato alcuni aspetti delle fasi cruciali dell’arresto, hanno preso spunto dalle intuizioni che la Squadra Mobile di Napoli, guidata da Vittorio Pisani, ha avuto su aspetti che ad un primo sguardo possono sembrare insignificanti: dettagli che ad un occhio attento fanno la differenza tra il successo e il fallimento. E’ il caso del calzino ritrovato nella spazzatura di casa Inquieto (la famiglia che ha ‘ospitato’ la latitanza di Zagaria), così come raccontato dalla fiction Rai.

A raccontarlo è proprio il super poliziotto “castigatore” dei boss casalesi: “Noi nel luglio del 2010 ad esempio avevamo il sospetto che Michele Zagaria fosse anche ospitato da Inquieto Vincenzo, organizzammo tutta una serie di servizi per il prelevamento dell’immondizia che la famiglia Inquieto depositava la notte – ha raccontato in un’udienza del processo ai Casalesi – quindi facemmo travestire da addetti al servizio di nettezza urbana alcuni poliziotti che andavano a ritirare l’immondizia, questo con la speranza di riuscire a ritrovare all’interno dell’immondizia delle cicche di sigarette su cui fare il DNA per confrontarlo con i fratelli di Michele Zagaria che erano detenuti, per accertare se effettivamente vi fosse la presenza del latitante. Ricordo ad esempio che all’interno di questi sacchetti di immondizia trovammo delle cicche di sigarette Merit, da qui poi tutta l’attenzione che noi dedicavamo alle sigarette Merit durante le attività investigative.

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Però purtroppo non si riuscì, dalle cicche di sigarette, a prelevare il DNA perché erano molto umide. All’interno di un sacchetto dell’immondizia – ha aggiunto – trovammo dei calzini Gallo, che per chi è un amante del moda sappiamo che sono dei calzini abbastanza costosi che sicuramente non si abbinavano a quello che poteva essere l’abbigliamento ordinario di Inquieto Vincenzo che era un idraulico”.

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