Andare in vacanza al mare è ormai diventato una grossa gatta da pelare. Per avere un ombrellone in prima fila quest’anno i rincari medi sono del 5%, con punte del 9, e si arriva a spendere fino a 354 euro alla settimana.
Lo dice un’indagine di Altroconsumo, che ha contattato in maniera anonima 213 stabilimenti distribuiti in dieci località: Alassio, Lignano, Viareggio, Rimini, Senigallia, Anzio, Palinuro, Gallipoli, Alghero, Taormina e Giardini Naxos.
Le spiagge italiane sono sempre più care, il rincaro su ombrelloni e lettini tocca anche la Campania
I preventivi si riferiscono alla settimana dal 3 al 9 agosto e includono ombrellone e due sdraio o lettini. I prezzi variano anche in base alla posizione delle file. Secondo i dati raccolti dall’associazione paladina dei consumatori, Alghero e Senigallia sono le località in cui si registra l’impennata di prezzi più cospicua: +9% rispetto alla scorsa estate. Seguono le spiagge di Palinuro e Gallipoli con +7%.
La media nazionale dei rincari si attesta al 5% e questo, fa notare Altroconsumo, significa che i servizi in spiaggia sono aumentati in un anno ben oltre il tasso di inflazione, che è intorno al 2%. Ed è una tendenza in atto da anni: dal 2021 a oggi, la tariffa media per una postazione è passata da 182 a 212 euro, con un incremento complessivo dei prezzi del 17%.
Alassio si conferma negli anni la località più costosa: per una settimana in spiaggia, il prezzo medio delle prime quattro file è di 340 euro, con la prima fila che arriva fino a 354 euro. All’opposto, Rimini si distingue per la sua offerta più accessibile: 150 euro prezzo medio e 166 euro per la prima fila. Dopo Alassio c’è Gallipoli (295 euro prezzo medio, 316 euro prima fila), Alghero (240 euro in media, 251 euro in prima fila) e Viareggio (217 euro per tutte le file).
Oltre alla spesa per ombrellone e lettini, ce ne sono altre che incidono sul costo complessivo di una settimana al mare: docce, cabine, giochi da spiaggia, uso dei servizi igienici e del frigorifero. Così un ombrellone con due lettini può costare anche 55 euro al giorno.
Come fare per spendere poco in spiaggia
Ma allora come bisogna comportarsi per andare al mare e risparmiare? Di fronte a tariffe sempre più elevate e in costante crescita, la spiaggia libera appare una valida alternativa, ma è sempre più difficile trovarla. «La politica delle concessioni infinite ha rallentato la concorrenza tra i balneari a svantaggio dei cittadini», sottolinea Altroconsumo, ricordando l’avvio di una petizione promossa dalla stessa associazione – già raccolte 8.000 firme – per una riforma del settore che garantisca la spiaggia accessibile per tutti e affidi in concessione una porzione dei litorali attraverso bandi che premiano la qualità e la sostenibilità dei servizi offerti, prevedendo che i gestori paghino un prezzo per le concessioni proporzionale al fatturato che potrebbero generare.