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giovedì, Aprile 18, 2024
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La storia di Leonardo, il detenuto napoletano ostaggio della sua malattia: “Fatemi curare”

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Deperito a tal punto ad arrivare a pesare meno di 40 kg, a causa di una patologia al fegato che lo perseguita da tempo. All’interno della sua povera abitazione, non può nemmeno farsi la doccia perché non c’è acqua calda a sufficienza. Di luce elettrica nemmeno a parlarne perché non ha i soldi per pagare le bollette. A tutto ciò si aggiunge una depressione apparentemente senza fine. Una situazione a dir poco allarmante, con il rischio concreto di un aggravamento irrimediabile delle condizioni di salute. La triste storia descritta da InterNapoli.it ha per protagonista Leonardo Fiorito, 47enne a regime di arresti domiciliari a seguito di una condanna ricevuta per detenzione di stupefacenti. Siccome si trattava detenzione di droga e non di spaccio, al signor Fiorito sono stati concessi i domiciliari che sta scontando in un’abitazione del quartiere Poggioreale. Ma l’alleggerimento della pena detentiva si è ben presto trasformato in un nuovo incubo per una condizione igienico-sanitaria precaria della casa di Fiorito, a cui s’aggiunge quella di una salute cagionevole.

La malattia di Leonardo

L’uomo è infatti affetto da Epatopatia Cronica Hcv, patologia che colpisce il fegato fino a portare alla cicatrizzazione e, se non curata in tempo, alla cirrosi. Ma anche lo stato psichico è alterato: Leonardo Fiorito è affetto da psicosi depressiva reattiva. Il suo legale, l’avvocato Raffaele Minieri, ha presentato proprio quest’oggi un’istanza al Tribunale di Sorveglianza di Napoli per consentire al 47enne di poter essere sottoposto a cure con un ricovero ordinario ed alleviare le sue sofferenze. A seguire il caso è Pietro Ioia, l’autore del libro “Cella Zero’’ (Marotta e Cafiero editore) che ha conosciuto bene l’inferno del carcere di Poggioreale dove è stato a lungo rinchiuso per traffico di stupefacenti e sempre al fianco di detenuti ed ex detenuti bisognosi di assistenza.

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Le dichiarazioni

«Leonardo non solo vive come un eremita in un tugurio inospitale, dove ci sono anche dei topi, ma non ha nemmeno la possibilità di comparsi da mangiare. Una sua vicina di casa, io e alcuni ex detenuti ogni giorno gli portiamo del cibo per permettergli di nutrirsi. Leonardo deve essere immediatamente sottoposto a ricovero perché pesantemente ammalto». Pietro Ioia, dopo aver allertato anche il Garante dei detenuti, s’appella anche «alle associazioni di volontariato perché diano un aiuto. Sono tanti i casi come quelli di Leonardo di persone agli arresti domiciliari che convivono con enormi disagi. Le istituzioni facciano di più, pongano l’attenzione su queste problematiche».

Parla l’avvocato

Contattato dalla nostra redazione, l’avvocato Raffaele Minieri conferma: «Questa mattina ho presentato istanza al Tribunale di Sorveglianza di Napoli. Siamo fiduciosi del suo accoglimento per consentire il ricovero e l’accertamento dello stato di salute del signor Fiorito», il quale è finito in un pericoloso labirinto a dimostrazione che la vita oltre il carcere per i detenuti è spesso più complicata fuori anziché all’interno delle celle. Lunedì, intanto, ci sarà in casa di Leonardo Fiorito la visita degli assistenti sociali del Comune di Napoli.

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