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giovedì, Maggio 2, 2024
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“Lo accappottiamo”, il ras Masiello era entrato nel mirino dei baby ras dei Quartieri spagnoli

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Un agguato in grande stile. Per prendersi quella fetta dei Quartieri spagnoli ed inaugurare un nuovo corso criminale. E poco importa se qualche settimana prima vi era stato un ferimento che li aveva messi contro. Ciro Minieri e Carmine Grammatica, giovanissimi in odor di mala, avevano unito le forze e stavano tentando il ‘colpo’ in grande stile. Un agguato che doveva colpire chi, da anni, è indicato come uno dei reggenti della mala dei vicoli a ridosso di via Toledo, Vincenzo Masiello, ras di Largo Baracche conosciuto con l’appellativo di Cucù. L’inedito retroscena emerge dalle pagine dell’inchiesta che qualche mese fa ha portato in carcere Ciro Minieri e altri giovanissimi dei Quartieri spagnoli. Nelle settanta pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Giuseppe Sepe emerge viene ricostruito dapprima il retroscena del ferimento di Carmine Grammatica ad opera dello stesso Minieri con Masiello indicato come mandante (per il ras si procede separatamente). E’ grazie alle intercettazioni nell’abitazione dei Minieri che si apprende dallo stesso Grammatica Carmine, detto ‘tappett’, la notizia che il suo feritore era stato Ciro Minieri.

La lite tra Grammatica e Minieri prima degli spari

Dalle intercettazioni ambientali emergono le stesse circostanze, ossia che tra
Grammatica e Ciro Minieri vi era stata una lite per una questione che riguardava il loro gruppo con Minieri che avrebbe picchiato ‘tappett’ ferendolo poi successivamente avendo saputo che Grammatica voleva vendicarsi. Nelle intercettazioni ottenute dagli uomini della squadra mobile grazie ad una cimice piazzata nell’abitazione di Minieri il giovane riferiva che Masiello avrebbe fatto “sparare un ’altra volta”, ossia una seconda volta, a Grammatica perché questi, come aveva fatto in precedenza dicendo che voleva vendicarsi del torto subito da Minieri, andava dicendo in giro che voleva “uccidere il Cucù”, ossia Masiello, evidentemente individuato come il vero mandante («ora va dicendo
vicino le persone che deve uccidere il Cucù …ora aspetta che il Cucù, ine… in mano
a qualcun altro e lo fa sparare un’altra volta….»). Tuttavia in uno scambio di battute captato tra i due baby ras gli inquirenti comprendono che i due avrebbero chiarito la ‘faccenda’ unendo le proprie forze. A ribadirlo è lo stesso Grammatica che dice:«Ma che c’è Ciruzzo, mi dimentico proprio che mi hai sparato, credimi sull’anima di Ugo , fratello… lo so bene fratello che è quello… a posto!! sei stato tu? … ine.. Già abbiamo parlato …ine… ti voglio dare io anche dimostrazione, per farti capire che io non porto rancore verso di te…».

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L’agguato a Masiello per prendersi la zona

Dalle intercettazioni si viene dunque a sapere che i fratelli Minieri e Grammatica intendevano eseguire un agguato ai danni di Vincenzo Masiello per prendere il suo posto nel controllo delle illecite attività svolte nei Quartieri Spagnoli, zona largo Baracche. I due giovani studiano il possibile scenario:«Lunedì è il giorno del giudizio, lo accappottiamo di fuoco o Cè…hai capito che. andiamo a sparare là in mezzo….e quello deve vedere da sopra al balcone e deve dire o vir qua… Quello è un chiattone, come lo prendi va a terra». Solo un progetto per fortuna visto che per primi sono arrivati gli uomini della Mobile nell’ennesima notte delle manette nel centro della città.

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