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sabato, Aprile 27, 2024
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Mille euro per lo smartphone, 7mila euro per mezzo chilo di droga: il prezzario dei voli dei droni per i detenuti

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I potenti clan della camorra napoletana si preoccupavano di far arrivare in carcere telefonini e droga. I primi servivano per tenere i contatti con l’esterno, e molto spesso per commettere anche altri reati. Con la distribuzione della droga i boss accrescevano il loro potere.
E i rifornimenti avvenivano con droni gestiti da una sorta di ‘service’ che aveva tariffe precise: mille euro per consegnare uno smartphone, 250 euro per un telefonino abilitato alle sole chiamate vocali e 7000 euro per mezzo chilo di droga. L’attività di sorvolo dei droni era molto intensa infatti sono stati registrati oltre 60 sorvoli in due mesi.

Con due distinte indagini (che hanno portato complessivamente all’esecuzione di 31 misure cautelari) la Procura di Napoli ha fatto luce sulla ‘distribuzione’ di droga e telefoni in 19 carceri (Frosinone, Napoli – Secondigliano, Cosenza, Siracusa, Lanciano, Augusta, Catania, Terni, Rovigo, Caltanissetta, Roma-Rebibbia, Avellino, Trapani, Benevento, Melfi, Asti, Saluzzo, Viterbo e Sulmona) e sull’utilizzo di telefoni da parte di alcuni detenuti.

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L’indagine è stata effettuta anche grazie alla collaborazioni di pentiti di camorra come:
GIULIANO Salvatore, CRISTIANO Pasqual, PAOLO Pasquale, COCCI Antonio, CAPASSO Francesco, IORIO Antonio, IZZO Pietro, TOPO Enzo e ABOUMOUSLIM Yusef

Il procedimento nasce dall’inchiesta nel carcere di Frosinone nel giugno del 2012 che portò al sequestro di un drone e di alcuni telefoni cellulari. Dall’analisi tecnica del drone e dei cellulari, in uso allo Scognamiglio utilizzati per manovrare il drone è emerso come vi siano stati numerosissimi sorvoli in prossimità del carcere di Secondigliano e diversi altri sorvoli in prossimità di altrettante strutture penitenziarie in altre località.

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