Il ceppo di Sant’Antuono acceso all’interno di un’area sequestrata dalla magistratura dopo la morte, avvenuta il 25 ottobre del 2005, di Francesco Paolillo un ragazzino di soli 14 anni. Accade in via Carlo Miranda, nel quartiere Ponticelli, facendo montare la rabbia e l’indignazione della famiglia della vittima. Francesco, in quel tragico giorno di quasi 15 anni fa, si era arrampicato per divertimento su un edificio in costruzione assieme ad un coetaneo in un terreno di via Carlo Miranda. Il 14enne, poi, accortosi che il suo amico era in difficoltà, non ci pensò un attimo ad aiutarlo rimettendoci purtroppo la vita riuscendo comunque nell’intento di salvare l’altro ragazzo.
A tutt’oggi quel terreno di via Carlo Miranda sarebbe inaccessibile dopo i sigilli apposti dall’autorità giudiziaria e invece, afferma ad InterNapoli.it Alessandro Paolillo, fratello di Francesco, «per il secondo 17 gennaio consecutivo qualcuno ha pensato bene di accendere ben 2 fuochi sull’area interdetta. Le fiamme erano ben visibili, una cosa che è irrispettosa della memoria di mio fratello Francesco».
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Possibile che chi abbia provocato le fiamme del Fuocarazzo non conosca la storia di Francesco Paolillo (sarà davvero così?), ma in ogni caso stiamo parlando di un’area del quartiere comunque da evitare perché sequestrata. «Oltre a quanto accaduto a mio fratello – aggiunge Alessandro Paolillo – una vicenda come questa di via Carlo Miranda dimostra come da oramai trent’anni il quartiere di Ponticelli sia abbandonato, fuori controllo e senza regole».