Nuova mazzata per la Vanella Grassi nel processo che si svolge presso il tribunale di Napoli (XXIV gip). Le accuse per gli imputati erano a vario titolo trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza, tutti aggravati dal metodo mafioso. Un’espansione commerciale delle imprese riferibili al clan proiettata anche nei settori d’impresa collegati all’emergenza sanitaria da Covid, risultando l’acquisizione di incarichi nel campo della sanificazione dei locali. Tra le condanne spiccano quelle per Antonio Mennetta, indicato in quel frangente storico come il capo del gruppo del centro storico di Secondigliano: per lui condanna a 12 anni di reclusione. Per la madre, Annunziata Petriccione, stabiliti 8 anni e 8 mesi.
Le altre condanne per quelli della Vanella Grassi
Tra gli altri condannati Giovanni Vallefuoco (8 anni e 8 mesi), Gianluca Sperindio (4 anni), Antonio Aurino (8 anni). Al centro dell’inchiesta ipotesi di reato, come associazione di stampo mafioso, estorsione, illecita concorrenza, intestazione fittizia di beni, riciclaggio e reimpiego di proventi illeciti. Il blitz scattò nel maggio 2020: secondo gli inquirenti Antonio Mennetta, considerato capo del clan Vanella-Grassi, sebbene sottoposto al 41bis, avrebbe mantenuto saldo il controllo dell’organizzazione e delle sue strategie di reinvestimento dei profitti delle relative attività delinquenziali in società operanti soprattutto nel settore della vigilanza privata e in quello immobiliare.