«Di cosa dovrei essere contento? A quasi 20 anni dai fatti le dichiarazioni di collaboratori di giustizia che non erano presenti nel momento in cui Mina è stata uccisa pare siano addirittura ritenute più attendibili di chi invece c’era e anche di chi ha consegnato mia sorella agli assassini. Tutto ciò mi lascia a dir poco perplesso». Francesco Verde, il fratello di Gelsomina Verde parlando a InterNapoli.it si dimostra tutt’altro che sollevato dopo l’operazione della Squadra Mobile di Napoli che ha fatto ulteriore luce sulle altre responsabilità per la morte della 22 enne, ritrovata carbonizzata in auto dopo essere stata uccisa da esponenti del clan Di Lauro, in guerra con i cosiddetti Scissionisti. Quella morte fu il simbolo della crudeltà della prima faida di Scampia, che insanguinò l’area Nord tra il 2004 e il 2005.
Le parole del fratello
Francesco, rivivendo costantemente il dolore per la violenta morte di Gelsomina afferma: «La nostra famiglia vive ancora in mezzo alla tempesta. A 19 anni dai fatti mia sorella non è stata riconosciuta vittima innocente della camorra. E questo perchè, secondo quanto poi ci è stato spiegato dalle autorità competenti, nostro padre aveva un parente di secondo grado, un suo cugino, con precedenti. Noi – aggiunge Francesco Verde – non abbiamo mai avuto a che fare con la camorra che anzi ci ha rovinato la vita uccidendo mia sorella in quel modo. Questo diniego a riconoscere Gelsomina vittima innocente mi ferisce profondamente. Perchè dobbiamo continuare, come famiglia, a subire?». Francesco in proposito aggiunge pure come suo padre, Michele Verde, «ci ha rimesso la vita nel cercare di dimostrare la sua lontananza a certi ambienti. Si tratta di un altro elemento di dolore per noi».
Rispetto alle svolte queste ore, Francesco Verde non riesce a sentirsi soddisfatto. «Il cerchio non si è ancora chiuso, c’è qualcosa che a me onestamente non torna nonostante l’operazione di polizia. Vedremo cosa eventualmente emergerà in futuro. Senza dimenticare che da qualche anno uno dei soggetti ritenuti responsabili, Ugo De Lucia, può godere di alcuni permessi premio. Come possiamo essere non amareggiati?».
Le dichiarazioni della fondazione Pol.i.s
Giuseppe Granata, presidente del Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti della criminalità, e membro del Consiglio d’Amministrazione della Fondazione Pol.i.s. della Regione Campania, esprime «viva e profonda soddisfazione per l’arresto, dopo diciannove anni, di altri due partecipanti all’uccisione di Gelsomina Verde, giovanissima vittima innocente della prima faida di Scampia». Secondo Granata «questi arresti dimostrano ancora una volta l’importanza della ricerca della verità, portata avanti da magistrati e forze dell’ordine. Il mio pensiero non può che giungere alla mamma di Gelsomina. Sappiamo bene che anche in queste circostanze il dolore, stimolato dal ricordo, si rinnova: che l’affermazione della giustizia possa essere di conforto a lei e a ciascun familiare delle vittime innocenti di reato».