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sabato, Aprile 27, 2024
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Paola Cortellesi ed il presunto sessismo di Biancaneve e Cenerentola: “Se fossero state brutte non sarebbero mai state salvate”

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Le fiabe hanno da sempre accompagnato l‘infanzia di tutti. Ci si domanda quanto queste possano influenzare il comportamento sin dalla tenera età. E’ il caso dell’attrice e regista Paola Cortellesi che ne ha parlato all’inaugurazione dell’anno accademico dell’università Luiss Guido Carli con un monologo sul sessismo nelle fiabe.

Paola Cortellesi contro la rappresentazione di “donne ingenue”

Siamo sicuri che se Biancaneve fosse stata una cozza il cacciatore l’avrebbe salvata lo stesso?…Perché il principe ha bisogno di una scarpetta per riconoscere Cenerentola, non poteva guardarla in faccia?” – E’ quanto detto dall’attrice diC’è ancora domani”. Paola Cortellesi sostiene che bisogna sbarazzarsi di questi luoghi comuni, di favole che mostrano le donne o come ingenue o come malvagie, che non danno il giusto esempio alle bambine. Il monologo si sarebbe incentrato principalmente su Biancaneve, definita come “colf dei sette nani”. Le accuse riguardano l’ingenuità di Biancaneve nel prendere una mela da una sconosciuta e la superficialità su cui si basa l’aiuto datole dal principe, accorso solo per la bellezza della protagonista.

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Polemica contro l’imposizione del politicamente corretto

L’università Luiss Guido Carli ha sostenuto di aver apprezzato molto il discorso di Paola Cortellesi, in linea con la loro modalità di apprendimento. Per l’ateneo è necessario “disimparare”, staccarsi dalle convenzioni per far nascere nuovi frutti. Ma modificare le fiabe è davvero necessario per abbattere i ruoli patriarcali? Forti sono state le polemiche verso questa forma di “politicamente corretto”. L’argomento d’opposizione maggiormente condiviso riguarda lo scopo pedagogico delle fiabe, è necessario che i personaggi siano ingenui per far capire ai bambini cosa sia giusto o meno, non si tratta di sessismo. Inoltre, i personaggi non rappresenterebbero “ruoli patriarcali”, ma semplici metafore di concetti astratti come il “Bene” e il “Male”. In un post Facebook, condiviso sulla bacheca di un senatore della Lega, si afferma:

“È vero che nella favola Biancaneve si rimbocca le maniche e si occupa delle faccende domestiche per i sette nani, ma lo fa volontariamente e lo fa perché i sette nani che ogni giorno si rompono la schiena per 14 ore in miniera, l’hanno amorevolmente ospitata nella loro modesta casetta”

Il dibattito rimane aperto, ma trovare un compromesso tra chi ha nuove esigenze e chi vuole mantenere il valore della tradizione resta ancora difficile.

 

 

 

 

 

 

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