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giovedì, Maggio 2, 2024
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Patto tra 5 clan a Napoli Nord, le mani su politica e imprenditoria: assoluzioni e condanne

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Erano imputati a vario titolo per associazione mafiosa, truffe alle assicurazioni aggravate dal metodo camorristico, intestazione fittizia di beni, usura, riciclaggio e violenza privata. E’ arrivata la sentenza in Appello per dodici persone finite al centro dell’inchiesta, condotta dalla Dda di Napoli, contro un gruppo criminale legato a diversi clan camorristici tra cui i Mallardo di Giugliano, i Di Lauro, gli scissionisti, i Puca e i Verde di Sant’Antimo, la cosca Aversano di Grumo Nevano. Al centro dell’inchiesta un direttore di banca incaricato di eludere i sistemi di controllo sulla provenienza dei capitali illeciti frutto di truffe alle assicurazioni e di false pratiche relative a incidenti automobilistici, incendi e allagamenti mai avvenuti.

Non sono mancate le sorprese. La Corte d’Appello di Napoli, Prima Sezione penale, ha condannato  Antimo Castiglione alla pena di 13 anni e 4 mesi (assolto in primo grado); Antimo Morlando 6 anni di reclusione.

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Confermata l’assoluzione per Chianese Gennaro (difeso dall’avvocato Mario Griffo). Conferma anche per Carmine Chianese (4 anni), Crescenzo Esposito (16 anni), Pasquale Puca (3 anni e 6 mesi), Francesco Russo (16 anni), Domenico Massaro (non doversi procedere)

Confermate le confische delle società dei soggetti condannati e il risarcimento del danno delle società assicurative.

L’operazione, denominata «Omphalos» cioè ombelico, nel 2017 sventava un gruppo criminale, legato a 7 diversi clan camorristici, tutti noti e pericolosi (i Mallardo, i Di Lauro, i Puca, gli Aversano, gli scissionisti, i Verde e i Perfetto) che operano in varie Regioni (Emilia-Romagna, Lazio, Umbria, Abruzzo, Sardegna e Lombardia), ma che hanno base operativa in Campania. Un gruppo trasversale che favoriva gli interessi di diversi clan, spesso in guerra nei territori d’appartenenza, ma che quando si trattava di ripulire i soldi si rivolgevano agli stessi colletti bianchi e professionisti.
Una importante attività investigativa che si basava anche su intercettazioni ed indagini dalle quali emerge, per quanto riguarda Sant’Antimo, lo spaccato di una società per lo più marcia, collusa.
Politici, imprenditori, professionisti, semplici cittadini che pagano usurai, che pagano il pizzo e che accettano le regole di un sistema di camorra, che ha distrutto e ha impoverito un territorio, un tempo ricco e prospero.

 

 

 

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