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HomeCronacaScampia, gestiva piazza di spaccio dello Chalet Bakù: scarcerato dal giudice

Scampia, gestiva piazza di spaccio dello Chalet Bakù: scarcerato dal giudice

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Scarcerato Roberto Bile, ritenuto dagli inquirenti il gestore della piazza di spaccio dello Chalet Bakù a Scampia. Il Gip del Tribunale di napoli, 37esima sezione, ha concesso a Bile, accogliendo l’istanza dell’avvocato Dario Carmine Procentese, gli arresti domiciliari. L’uomo è stato condannato nell’ottobre del 2017 a 4 anni e 6 mesi di reclusione (nonostante un giudizio della Suprema Corte di Cassazione sfavorevole) ed ha concesso gli arresti domiciliari ritenendo affievolite le esigenze cautelari sottese alla misura cautelare in esecuzione.
Bile risponde di detenzione e spaccio di stupefacenti, evasione, favoreggiamento reale, resistenza e violenza a pubblico ufficiale.
Bile, che secondo l’informativa di reato redatta dai militari era uno dei reggenti della piazza di spaccio dello chalet Bakù gestiva dai Notturno, veniva associato presso la casa circondariale di Napoli Poggioreale dopo essersi reso latitante per alcuni giorni.
Secondo la ricostruzione accusatoria, dopo una condanna a 11 anni di reclusione per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanza stupefacente, Bile era stato ammesso alla misura alternativa della detenzione domiciliare per l’espiazione della residua pena.
Dopo pochi giorni dall’inizio della detenzione domiciliare, aveva iniziato nuovamente a gestire la piazza di spaccio dello chalet Bakù nonostante fosse ristretto ai domiciliari allontanandosi dal domicilio.
Immediatamente venivano avviate le indagini preliminari che portavano all’arresto dell’esponente di spicco del clan Notturno
Nell’ottobre dello scorso anno, Bile definiva il processo nelle forme alternative innanzi al Gip del Tribunale di Napoli, rimediando una condanna mite di soli anni 4 e mesi 6 di reclusione. Avverso detta condanna proponeva ricorso per Cassazione il Procuratore Generale ritenendo la stessa eccessivamente mite rispetto ai gravi delitti di cui si era macchiato l’imputato.
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