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martedì, Aprile 30, 2024
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“Piglia la famiglia e falla andare via”, il boss Giannelli minacciò l’ex fidanzato della figlia

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Alessandro Giannelli telefonava dal carcere di Voghera, riuscendo, così, a far sentire la sua presenza nella roccaforte del clan. Secondo quanto hanno accertato gli inquirenti, il boss di Cavalleggeri ha telefonato e mandato messaggi intimidatori via WhatsApp anche all’ex fidanzato della figlia poiché aveva cominciato una relazione con l’ex fidanzata del fratello: “Piglia la famiglia e falla andare via, uomini e donne“. La vittima terrorizzata è andata subito in Questura per denunciare una videochiamata dal carcere del boss e una serie di messaggi WhatsApp in cui gli veniva detto di lasciare la casa e la zona dove abitava.

LA DENUNCIA DELLA VITTIMA

Dunque la vittima ha denunciato anche un raid armato compiuto da alcune persone che, nei primi giorni del febbraio 2022, sono andate a casa per mandarlo via insieme con la sua famiglia, sempre su ordine del boss di Cavalleggeri. L’uomo, che ebbe anche un bimbo dalla figlia del boss, ha anche riferito di avere ricevuto minacce di morte da un parente di Giannelli che teneva sotto controllo i messaggi che i due si scambiavano sui social. A causa di questi episodi l’uomo ha deciso anche di chiedere protezione alla Polizia prima di allontanarsi, momentaneamente, dalla sua abitazione insieme con la famiglia.

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IL BLITZ CONTRO IL CLAN GIANNELLI

Ieri mattina la Polizia di Stato e la Polizia Penitenziaria hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli su richiesta della D.D.A., nei confronti di 7 persone nel quartiere di Cavalleggeri. Sono gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, detenzione e porto di armi da fuoco, detenzione illecita di sostanze stupefacenti, danneggiamento, incendio e accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti. 

Contestualmente è stata eseguita una perquisizione delegata nei confronti di ulteriori 2 indagati per cui il G.I.P., pur confermando l’esistenza degli elementi probatori prospettati, non ha ritenuto sussistenti le esigenze cautelari. Gli indagati sono Marco Assalto, Cesare Ciro Di Giulio, Cristian Esposito, Gennaro Formicola, Alessandro e Giuseppe Giannelli, Renato Langella, Maurizio Quotidiano, Zelinda Piscopo, Giovanni Ranavolo.  Fondamentale è stato l’impegno dalla Squadra Mobile, dal Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria e dai Commissariati Bagnoli e San Paolo della Questura di Napoli.

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