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venerdì, Aprile 26, 2024
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Premiato nella Protomoteca del Campidoglio il Dott. Emmanuele Coppola per la Sezione Teatro Inedito

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INTERVISTA AD AMPIO RAGGIO SUL SUO IMPEGNO CUTURALE. LE STRADE DESERTE DEL ’43  Una tragedia ambientata a Giugliano 

 di Francesco DEL GIUDICE 

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 Troviamo in questi giorni di continuo rilanciata su Facebook, dal 26 gennaio scorso, la notizia che il già Direttore della Biblioteca comunale, il Dott. Emmanuele Coppola, è stato premiato, a Roma, nella Sala della Protomoteca del Campidoglio, per essere risultato primo classificato nella sezione del Teatro Inedito della decima edizione del Premio nazionale ‘‘Salva la tua lingua locale’’, organizzato dall’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia e da Autonomie per l’Italia – Lazio, in collaborazione con il Centro Internazionale ‘‘Eugenio Montale’’ e con l’E.I.P. ‘‘Scuola Strumento di Pace’’.

Il nostro valente concittadino, si può dire a tutti noto quale autore di tanti diversi libri di letteratura e storia locale, aveva partecipato a questa importante selezione nazionale con il dramma inedito ‘‘Le strade deserte del ’43’’, ovvero Una tragedia ambientata a Giugliano, opera storico-letteraria scritta in lingua napoletana parlata a Giugliano, rigorosamente in versi endecasillabi, come altre sue notevoli pubblicazioni, non ultima  ‘‘La storia di Giugliano raccontata in filastrocca’’, edita nel dicembre 2019.

Questa è la motivazione che ha indotto la Giuria nazionale ad assegnare al Prof. Emmanuele Coppola il Primo Premio assoluto: ‘‘Ottima ricerca storica e riproposizione di fatti che in questi tempi di immemoria dilagante – se non ricordati con questa dovizia di particolari – rischiano di finire nel dimenticatoio. Ottimo l’uso del verso’’.

Dobbiamo rilevare, a maggior conforto dell’importanza di questo riconoscimento culturale, che l’autore del Dramma in lingua locale, non è stato premiato per aver concorso in una sezione esclusiva di lingua napoletana, ma che il testo si è distinto sopra gli altri prodotti in tutte le lingue o dialetti parlati sul territorio nazionale. Infatti, per la sezione del Teatro Inedito, si è classificato al secondo posto un testo nel dialetto di Serracapriola (Foggia), e al terzo un altro nel dialetto di Troìna (Enna).

Continuiamo a leggere dalle pagine di Facebook tantissime attestazioni di stima e di merito per il nostro concittadino, con dei commenti a dir poco lusinghieri che ben si adattano, al presente, in contrapposizione ad una generica superficialità, alla distrazione imperante nel tessuto sociale di Giugliano, se non anche ad una colpevole fuga dagli interessi culturali che dovrebbero diversamente qualificare la città di Giugliano, mentre si continua a brancolare in cerca di qualcosa da afferrare nel mare magnum delle occasioni smarrite, mentre quei pochi qualificati che potrebbero coalizzarsi in un superiore confronto propositivo per esprimere una visione complessa ed unitaria della Cultura si lasciano irretire da un dispersivo protagonismo, ed a volte in sorde ed improduttive contrapposizioni a distanza. Di questo mi ero proposto di parlare adesso con il Dott. Emmanuele Coppola, ricordando che egli è sempre stato coraggiosamente critico, come giornalista attento, da oltre quarant’anni,  al faticoso dialogo tra la Cultura e la Politica, che si è quasi sempre risolto in fumose evanescenze, ed in questi termini gli ho rivolto la domanda, adesso che si parla tanto del suo impegno culturale per la città di Giugliano.

* * * * * * *

«Fumose evanescenze, lei dice, e potrei essere d’accordo, perché troppo spesso, dopo tanto impegno profuso meritoriamente dai singoli e dalle poche qualificate associazioni culturali, ci siamo trovati a stringere, come si suol dire, una manciata di mosche, senza riuscire ad incidere la lavagna piatta di questo territorio per segnare la strada maestra di una continuità programmatica, scivolando troppo spesso nella contrapposizione ideologica tra noi e le più distratte ed occasionali rappresentanze delle Amministrazioni comunali. Ricordo, ad esempio, che un occasionale assessore e vicesindaco con delega alla cultura, non riuscendo a connettersi con le mie proposte, chiuse il confronto dicendomi ‘‘Ma a mmé Basile nun me piace’’. Non le dico quando, ma sono ormai trascorsi più di venti anni, e di Giovan Battista Basile stiamo veramente rischiando di perdere la memoria, dopo tantissime occasioni perdute».

– Mi pare di capire che lei non hai mai avuto un buon rapporto con quelli che insiste a definire amministratori occasionali, per cui è lecito che io le domandi come è riuscito a interagire con essi, per circa quarant’anni, essendo stato funzionario di spicco al Comune di Giugliano.

«È vero: io sono stato sempre critico sulle questioni di cultura, e sul suo faticoso rapporto con la politica, e ne ho scritto in abbondanza, prima su ‘‘Noi e gli Altri’’ e poi sulle pagine di ‘‘AbbìAbbè’’, godendo infine la libertà di scrivere su ‘‘InterNapoli’’. Ma, in ogni caso, ho anche avuto il vantaggio di confrontarmi dialetticamente, e quasi sempre, con degli Amministratori intelligenti che non hanno mai fatto pesare, nel confronto, le mie divergenze ideologiche ed elettorali. Devo dire, anzi, che hanno sempre accolto le mie proposte in ambito professionale, come quando chiesi di istituire la Biblioteca comunale, di organizzare le cinque giornate commemorative in occasione del Cinquantesimo anniversario dell’eccidio di Piazza Annunziata, una Rassegna Teatrale, un Concorso di Poesia nel nome di Giovan Battista Basile, e poi le diverse edizioni annuali del Progetto Basile lanciato nel 1995, con un Sindaco al quale non ero politicamente simpatico. Dunque, mi hanno lasciato fare, quasi sempre, forse proprio perché riuscivo a dire qualcosa di interessante in ambito culturale».

– A testimonianza di questo rapporto di stima da parte di diversi Amministratori comunali, sarebbe il caso di ricordare che lei ha pubblicato dei libri di tradizioni e di storia locale con il Patrocinio del Comune di Giugliano.

«Ho scritto qualche libro anche per conto degli Amministratori pro tempore, senza riceverne alcun compenso, e neanche un pubblico ringraziamento. Ma alcuni Sindaci hanno accolto con entusiasmo la pubblicazione di altri miei volumi, concedendo il Patrocinio ed anche un contributo per favorirne la distribuzione nelle scuole; ricordo, tra gli altri, Giugliano anni ’50, Civiltà contadina a Giugliano, La storia di Giugliano raccontata in filastrocche, Testimonianze ed aventi a Giugliano dall’8 settembre al 5 ottobre 1943, Caduti per la nostra unica bandiera».

– Stiamo in argomento, con uno dei libri che mi ha testé ricordato, per l’attualità del Premio che ha ricevuto nei giorni scorsi a Roma, perché il dramma ‘‘Le strade deserte del ’43’’ chiude una trilogia, in coda a ‘‘Testimonianze ed eventi a Giugliano’’, del settembre 1993, ed al secondo edito dalla Pro Loco nel marzo del 2021, ‘‘Chiusa ed archiviata la Questione del ’43’’, due volumi che avevano conclusa una complessa ricerca storica iniziata già nel 1980. Quest’opera, invece, di circa sessanta pagine, ha un preminente valore letterario, per cui le domando, Professore, quale sia stata la motivazione che l’ha ispirata.

«Non ricordo da quanti anni ci pensavo, ad ogni annuale ricorrenza del 30 settembre, celebrata sempre più con minore partecipazione, per cui maturai l’idea di scrivere un testo che si potesse proporre all’attenzione dei concittadini sotto forma di rappresentazione teatrale, un Dramma per ricordare una tragedia che ci appartiene, con il dovere di trasmetterne la memoria storicizzata alla nuove e future generazioni. Per scrivere il testo, mi sono idealmente calato in quella atmosfera di solitudine e di terrore, facendo parlare la gente del popolo che racconta il tragico evolversi del dramma collettivo, ed ovviamente con le loro naturali espressioni e nella lingua napoletana parlata a Giugliano. Credo di esserci riuscito, se mi è stato così riconosciuto».

– Si è detto che lei, Dottore, lasciando il territorio della storia locale, con questo testo ha invaso il campo della letteratura. Ma ho trovato sul sito della Pro Loco Città di Giugliano altre due opere che si possono scaricare, come ho fatto anche io, e mi è parso evidente che aveva già sperimentato altri generi letterari, per non parlare poi della satira di cui è improntata l’immaginifica avventura politica del Consigliere Candido Lampione.

«Sì… è dal 1997 che mi diletto a dare voce a questo incredibile ed improbabile protagonista virtuale della politica giuglianese, a dire il vero sempre molto seguito, quia castigat mores ridendo. Ma poi ho pubblicato, sul sito della Pro Loco, un dramma fiabesco, la cui trama è ispirata più o meno alla Fiaba di Cannetella di Giovan Battista Basile, ed un’altra opera di impronta satirica, alquanto dissacrante per i nostri benpensanti locali, intitolata ‘‘Il Cimitero urbano dei morti senza nome’’. Diciamo che, anche in questo caso, mi sono divertito senza freni, scrivendo in versi e in prosa».

– Ma c’è dell’altro, addirittura un romanzo ambientato a Giugliano, che lei ha pubblicato su Amazon nel settembre del 2021, ‘‘La terra dei vuoti’’, ovvero una storia borghese di periferia, che io ho già  letto due volte, e che mi affascina per lo stile e per la trama, con tutti quei personaggi che mi sembra quasi di riuscire ad individuare nel caravanserraglio del malaffare politico e sociale locale, per quanto tutta la storia sia datata prima dell’introduzione dell’euro. Le domando, per concludere questa insolita ricognizione culturale: non hai temuto di suscitare delle rimostranze e dei risentimenti da parte di quanti eventualmente abbiano potuto credere di riconoscersi in quei personaggi?

«Premetto che la trama di questo romanzo è un’invenzione letteraria, per poi dire che non credo che qualcuno avrebbe avuto il coraggio di dichiararsi sfiorato da allusioni o dati di fatto. Ho voluto ricostruire certi ambienti e le complesse dinamiche socio-culturali dei protagonisti che gravitavano nell’orbita di una discutibile galassia politica. Ma, come ho detto, si tratta di un romanzo».

– Voglio chiudere con un’altra ineludibile domanda. Quest’anno, il prossimo 30 settembre, ricorrerà l’Ottantesimo anniversario dell’eccidio di Piazza Annunziata. Lei, Professore, nell’introduzione al testo ha dichiarato di aver scritto questo Dramma in vista di quella ricorrenza, con il proposito di farne una rappresentazione teatrale. Prevede che se ne farà qualcosa, ovvero che proporrà all’Amministrazione comunale di farsene carico?

«Devo riconoscere che il Sindaco Dott. Nicola Pirozzi il 2 ottobre scorso, a conclusione della commemorazione dei Tredici Martiri, parlandone nella sacrestia della Chiesa Collegiata dell’Annunziata, ha accolto e rilanciato la mia proposta, affidando a me ed al Prof. Mimmo Savino, Presidente della Pro Loco, l’incarico (fino ad ora verbale) di preparare un progetto, con il coinvolgimento di altri pochi selezionati concittadini, a cominciare dal Generale Ciro Ciccarelli che non ha mai fatto mancare la sua determinante collaborazione nel corso degli anni prtecedenti. Intanto, posso anticipare che l’attrice e regista Prof.ssa Teresa Barretta sta già lavorando al progetto della rappresentazione teatrale. Stiamo aspettando la chiamata del Sindaco, considerato che i mesi passeranno veloci fino al prossimo 30 settembre».

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