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venerdì, Aprile 26, 2024
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Rapina finita nel sangue a Fratta. Whatsapp e telecamere per incastrare la banda della gioielleria

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L’incrocio tra le immagini della videosorveglianza, chat sui cellulari di Raffaele Ottaiano (il rapinatore ucciso all’esterno della gioielleria del corso principale di Frattamaggiore) e di Luigi Lauro, il complice arrestato da un agente fuori servizio, e le voci di fonti confidenziali della polizia ha permesso l’arresto in poco meno di 72 ore della banda che ha provato a mettere a segno la sanguinosa rapina nella sera di sabato ai danni della gioielleria Corcione. I carabinieri hanno tratto in arresto Carmine Pagnano, ferito a un braccio, Antonio Topa e Pietro D’Angelo, tutti partecipanti attivamente alla rapina della gioielleria di Frattamaggiore. Tutti residenti tra Caivano e Frattamaggiore e legati da una forte amicizia. Due degli arrestati, vale a dire Carmine Pagnano e Antonio Topa, portati nella caserma della tenenza di Caivano,
davanti al pubblico ministero hanno confessato, ammettendo di aver partecipato all’assalto della gioielleria Corcione di Frattamaggiore.

I tre fermati, sono stati rinchiusi nel carcere di Poggioreale in attesa dell’udienza di convalida del fermo. E’ bastato poco agli investigatori per risalire a tutte le identità dei partecipanti e così, dopo l’arresto di D’Angelo in una località in provincia di Avellino, si è conclusa l’individuazione della banda che, travisati con maschere di carnevale hanno fatto irruzione nell’attività commerciale di Luigi Corcione sul quale adesso pende l’accusa di omicidio colposo derivante da eccesso di legittima difesa.

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