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venerdì, Aprile 26, 2024
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Rapine nelle banche, escono dal carcere 5 giovani di Giugliano

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Erano stati arrestati dagli agenti della polizia di stato di Giugliano 15 giorni fa con accuse pesantissime: associazione a delinquere finalizzata alla commissione di rapine aggravate ai danni di istituti bancari, con un bottino complessivo di quasi mezzo milione di euro.
Ieri il Tribunale del Riesame, presieduto dalla Dottoressa Paola Russo, Giudici a latere Marina Cimma e Gabriella Pepe, ha assunto una decisione che ha stravolto l’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli Nord: scarcerazione per tutti gli indagati per il reato di associazione per delinquere (per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza) e scarcerazione con concessione degli arresti domiciliari per:
Palma Felice, difeso dall’avvocato Luigi Poziello, che era detenuto presso il carcere di Isernia;
Di Lorenzo Giuseppe, difeso dall’avvocato Luigi Poziello, che era detenuto a Poggioreale;
Mauriello Salvatore, Iovine Giosuè e D’Ausilio Michele, difesi dall’avvocato Antonio Peluso, che erano detenuti a Poggioreale.

Le indagini

Secondo l’accusa, avevano preso di mira solo le filiali della Banca Popolare di Bari i componenti la banda di rapinatori sgominata dalla Polizia di Stato (Questura di Napoli e commissariati Giugliano-Villaricca) che ha notificato sei arresti e un divieto di dimora a sette persone (6 uomini e una donna), al termine di indagini coordinate dalla Procura di Napoli Nord. A tutti si contestano i reati di associazione a delinquere, rapina aggravata, lesioni personali aggravate e falso. Le rapine 6 portate a termine e 2 tentate (tra 7 novembre 2017 e 4 settembre 2018) sono state commesse a Napoli, e nelle province del capoluogo campano e Caserta.
Ingente il bottino complessivo: oltre 420mila euro tra cui anche appena 50 euro, frutto di un colpo messo a segno nella filiale di Frattamaggiore, sottratti a una cassiera. Gli investigatori hanno delineato tutti i ruoli ricoperti dai componenti la banda che entravano in azione armati di pistola, taglierini e fascette di plastica per immobilizzare i presenti.

Le rapine

L’attività investigativa ha avuto origine in seguito ad una rapina aggravata perpetrata, in data 26 gennaio 2018, presso una filiale dell’istituto di credito Banco Popolare di Bari ubicata in Giugliano in Campania (Na) nel corso della quale un gruppo criminale, dopo aver minacciato il cassiere con un taglierino, asportava la somma in contanti di circa 119.000 euro. Nel corso delle indagini, svolte con l’ausilio delle immagini estrapolate dai sistemi di videosorveglianza dell’Istituto nonché delle intercettazioni telefoniche, venivano acquisiti importanti elementi investigativi circa l’esistenza di una stabile organizzazione dedita alla commissione di rapine in danno di istituti bancari.
I successivi sviluppi investigativi hanno consentito di ricostruire i ruoli e i compiti di ciascuno degli odierni indagati che, secondo l’ipotesi accusatoria avvalorata dal GIP, sono ritenuti autori anche dei seguenti episodi delittuosi: 1) rapina commessa il 7 novembre 2017 in Frattamaggiore (Na), presso la filiale dell’istituto di credito Banco Popolare di Bari, nel corso della quale due persone, di cui uno con volto travisato da passamontagna, costringevano la cassiera ad aprire la cassaforte temporizzata asportando la somma di 73.000,00 euro;
2) rapina commessa il 6 febbraio 2018 in Succivo (Ce), presso una filiale dell’istituto di credito Banca Popolare di Bari, nel corso della quale quattro persone – con minaccia e violenza – immobilizzavano i dipendenti e i clienti con delle fascette in plastica e, attendendo l’apertura temporizzata della cassaforte, asportavano la somma di circa 127.000 euro;
3) rapina commessa il 3 maggio 2018 in Frattamaggiore (Na) presso la filiale dell’istituto di credito Banco Popolare di Bari, nel corso della quale due persone – dopo essere entrate all’interno della filiale – simulando il possesso di una pistola, riuscivano ad impossessarsi, con minaccia, solo di 50 euro, sottraendola ad una cassiera;
4) rapina commessa il 14 maggio 2018 in Napoli presso la filiale dell’istituto di credito Banco Popolare di Bari, nel corso della quale due persone – dopo essere entrate all’interno della filiale e simulato il possesso di una pistola – minacciavano i dipendenti e, attendendo l’apertura temporizzata della cassaforte, asportavano la somma di circa 100.000 euro;
5) tentata rapina commessa il 24 maggio 2018 in Casalnuovo di Napoli (Na) presso la filiale dell’istituto di credito Banco Popolare di Bari, nel corso della quale una donna, con volto travisato da parrucca e occhiali da sole – dopo essere entrata all’interno della filiale – chiedeva di aprire la porta per consentire l’accesso al suo fidanzato.
In tale circostanza si introducevano nella filiale due uomini con volto travisato che, con la minaccia di un taglierino, immobilizzavano i clienti e i dipendenti con delle fascette di plastica, intimando al direttore di consegnare loro il denaro custodito nella cassaforte. La rapina non si consumava in quanto un poliziotto, libero dal servizio, riusciva a mettere in fuga i rapinatori;
6) rapina commessa il 23 luglio 2018 in Casoria (Na) presso la filiale dell’istituto di credito Banco Popolare di Bari, nel corso della quale tre persone – dopo essere entrati all’interno della filiale – con volto travisato da passamontagna, immobilizzavano i clienti ed il personale dell’istituto di credito, impossessandosi della somma di 6.640,00 euro.
Nella circostanza costringevano l’addetto ad avviare l’apertura della cassaforte temporizzata, non riuscendo nel loro intento in quanto una delle clienti riusciva a fuggire dall’istituto;
7) tentata rapina commessa il 4 settembre 2018 in Napoli/Vomero presso la filiale dell’istituto di credito Banco Popolare di Bari, nel corso della quale una persona – dopo essere entrata all’interno della filiale – chiedeva ad un dipendente di aprire la porta per consentire l’accesso al suo complice. In tale circostanza i due uomini intimavano al direttore di consegnare il denaro custodito nella cassaforte. Solo il diniego opposto dal direttore con il quale nasceva una colluttazione faceva desistere i rapinatori si allontanavano a bordo di un motociclo.
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