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giovedì, Maggio 2, 2024
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“Napoli divisa tra Alleanza di Secondigliano e clan Mazzarella, Amato-Pagano i re del narcotraffico”, gli equilibri della camorra ricostruiti dalla Dia

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E’ stata pubblicata la “Relazione del Ministro dell’Interno al Parlamento sull’attività svolta e i risultati conseguiti dalla DIA nel primo semestre 2021”. A Napoli, secondo i magistrati, comandano due grandi cartelli criminali: l’Alleanza di Secondigliano ed il clan Mazzarella. Ecco la ricostruzione:

“Come già accennato le strategie affaristico-mafiose delle organizzazioni di camorra eviterebbero aperte contrapposizioni e scontri frontali mantenendo una condotta di inabissamento funzionale ad impedire che si realizzino situazioni di allarme tali da aumentare il livello di attenzione delle istituzioni e delle forze dell’ordine. Proprio grazie alla spiccata capacità di mimetizzazione le “risorse criminali” di cui dispongono i cartelli camorristici ricercherebbero sempre più la disponibilità di professionisti, di funzionari pubblici sensibili alle lusinghe corruttive, di amministratori locali infedeli e soggetti che sono in condizione di traghettare l’organizzazione criminale ad un livello d’infiltrazione più profondo, mentre le conflittualità interne sono vigilate con l’obiettivo di tutelare l’integrità dell’organizzazione. In particolare, lo scenario partenopeo cittadino ancora una volta dimostrerebbe che al di là delle singole vicende riguardanti i diversi gruppi sul territorio gli equilibri criminali costituiscono sempre espressione di un più ampio progetto riconducibile a due sole organizzazioni criminali. Si tratta dell’ALLEANZA di SECONDIGLIANO e del clan MAZZARELLA che dettano le linee guida alle associazioni aderenti le quali, pur essendo dotate della piena autonomia nella gestione degli affari interni, non possono sottrarsi all’influenza dei due cartelli egemoni. Nella confederazione dell’ALLEANZA di SECONDIGLIANO i clan CONTINI, LICCIARDI E MALLARDO costituirebbero oggi significative realtà imprenditoriali controllando catene di ristorazione e attività commerciali in gran parte del territorio cittadino. Ciò malgrado il duro colpo al clan LICCIARDI è stato inflitto dalle forze di polizia con l’arresto della reggente del sodalizio avvenuto a Roma nel mese di agosto 2021″

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“Di contro il clan MAZZARELLA con una politica di espansione attraverso una rete di alleanze anche nella provincia napoletana contaminerebbe quelle porzioni di territorio rimaste orfane degli storici clan collassati a causa dei numerosi arresti subiti. I due grandi cartelli potrebbero riuscire ad influenzare le dinamiche di tutta la città e della periferia di Napoli spingendosi verso gli immediati paesi vesuviani mentre il clan AMATO-PAGANO confermerebbe di detenere un ruolo di assoluta centralità nel settore dell’approvvigionamento delle sostanze stupefacenti avendo ristabilito gli equilibri con le altre compagini grazie anche al potere derivante dalla gestione di importanti canali del narcotraffico”. 

La camorra nel Casertano: l’eredità dei Casalesi

“Con riferimento alla provincia casertana spicca senza dubbio l’operatività delle storiche famiglie casalesi degli SCHIAVONE, BIDOGNETTI e ZAGARIA forti non solo del vincolo di sangue ma anche di un solido appoggio di complicità e connivenze assicurate da imprenditori vicini. Determinante per la sopravvivenza delle consorterie Casalesi è la comprovata evidenza, avvalorata dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia e dimostrata dalle indagini condotte dalla DDA, che i leader fondatori e promotori delle storiche organizzazioni camorristiche anche se privati della libertà personale, continuerebbero a detenere la voluntas decisoria per le scelte operative e strategiche adottate all’esterno. Sempre nella provincia casertana risulterebbero particolarmente significative le diffuse condotte di soggetti che consumano estorsioni talvolta senza nemmeno palesare esplicite minacce o prevedere ritorsioni ma solo evocando l’appartenenza all’organizzazione dei Casalesi”.

Chi comanda a Salerno e Avellino?

La provincia di Salerno non avrebbe fatto registrare nel semestre significativi cambiamenti sotto il profilo degli equilibri e dei principali interessi delittuosi dei sodalizi d’area, mantenendo collegamenti con consorterie originarie del napoletano e del casertano. In quella avellinese si sottolinea la presenza di un gruppo criminale composto da ex appartenenti del clan GENOVESE, che opererebbe principalmente ad Avellino. Infine nel beneventano la presenza di organizzazioni criminali avrebbe nel corso degli anni subito un notevole ridimensionamento grazie alle attività investigative svolte nel tempo.

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiamo Il Roma
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