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venerdì, Aprile 26, 2024
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“Rip Prufessò, sei stato grande”, commenti choc sul web dopo la morte di Raffaele Cutolo

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Diversi messaggi di cordoglio, come se a morire fosse stata una star del cinema o della musica e non una persona macchiatasi dei più efferati delitti. Sorprendentemente, sui social compaiono anche parole quasi di ammirazione per Raffaele Cutolo, il sanguinario capo della Nuova Camorra Organizzata morto in serata. Messaggi anche sotto gli articoli pubblicati sulle varie pagine del web da InterNapoli.it, testata che ovviamente prende severamente le distanze dai toni celebrativi in favore del boss (che saranno segnalati alle autorità competenti), che era detenuto al carcere duro a Parma riservandosi l’opportunità di allertare le forze dell’ordine.

  “L’unico con le palle’’, scrive Marco su facebook. Sempre sullo stesso social: “Rip grande uomo. È morto con i suoi segreti, senza rovinare nessun politico’’ afferma Nello ricordando le commistioni tra la camorra cutoliana e la politica campana ma non solo soprattutto degli anni ’70 e ’80 (senza dimenticare i rapporti con i servizi segreti). Per Antonella “uomini così non ce n’è sono più. Ora appena fanno 2 giorni di carcere si cantano (cioè parlano rivelando segreti o mettendo a conoscenza le forze dell’ordine o gli organi giudiziari di alcune trame criminali ndr.) anche la via della casa’’.

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“Grande uomo, condoglianze alla famiglie’’ insiste Gennaro. “Non ne nasceranno più come te’’ si rammarica Emanuela. A questi messaggi, se ne contrappongono tanti che ricordano soprattutto cosa sia stato Raffaele Cutulo e cosa abbia rappresentato: un boss spietato e sanguinario che ha determinato i destini, la morte e le disgrazie di migliaia di persone.

Chi era Raffaele Cutolo

E’ l’uomo dei misteri, il padrino criminale che aveva condotto la trattativa con pezzi dello Stato e i vertici dell’allora Democrazia cristiana affinchè le Brigate rosse liberassero l’allora assessore regionale Ciro Cirillo, rapito il 27 aprile 1981 e liberato il 24 luglio 1981.

Un enorme caso politico e giudiziario che si è trascinato per decenni e al quale si è dedicato quasi per una vita il magistrato napoletano Carlo Alemi. L’allore giudice istruttore del tribunale di Napoli il 28 luglio 1988 firmò un lungo atto d’accusa: era l’ordinanza di oltre 1500 pagine con cui venivano rinviati a giudizio Cutolo e altri 14 imputati, in cui si raccontava come figure apicali della Dc avevano portato avanti una trattativa sul caso Cirillo con il padrino e fondatore della Nco.

Nato nel 1941 ad Ottaviano, paese della provincia di Napoli ai piedi del Vesuvio, la figura criminale di Raffaele Cutolo ha ispirato il film “Il camorrista”, girato dal futuro regista premio Oscar Giuseppe Tornatore e tratto dal libro del giornalista Giuseppe Marrazzo. Gli uccisero il primo figlio, Roberto, assassinato in un agguato a Tradate, in provincia di Varese, nel 1991.

 

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