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venerdì, Aprile 26, 2024
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Ipotesi San Paolo in vendita: per De Magistris vale 50 milioni

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Sono bastate alcune dichiarazioni del sindaco Luigi De Magistris sulla vendita dello stadio San Paolo per innescare il tamtam mediatico. Le casse del Comune di Napoli sono pericolosamente vuote e non sembra che all’orizzonte ci siano schiarite. Vi raccontammo (qui) come Palazzo San Giacomo si sia ritrovato un debito da 100 milioni  di euro da saldare. Senza se e senza ma. Da quella ufficialità in poi, l’imperativo è diventato “incassare”. nel più breve tempo possibile. Come fare, dunque? L’unica soluzione – almeno, la più immediata – è vendere i beni comunali della città. Provando a non svendere nemmeno un centimetro quadro, s’intende. L’Ippodromo di Agnano, il Tennis Club, Palazzo Verdi: sono solo alcuni dei beni che il Comune sta provando a vendere per realizzare il massimo profitto possibile. Incassare vuol dire evitare la bancarotta. Evitare la bancarotta significa salvare la reputazione della città di Napoli in un momento delicato per la sua crescita all’interno del panorama europeo.

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Uno scatto aereo del San Paolo illuminato, durante una partita del Napoli – Google

Il San Paolo in vendita

Contrariamente agli altri casi di “vendita necessaria”, il Sindaco sembra essere restio quando si parla dello stadio San Paolo. Ovviamente, come dice il detto, tutto ha un prezzo. Quello per l’acquisto dell’impianto di Fuorigrotta sarebbe di «non meno di 50 milioni di euro». Intanto, la vendita dello stadio ad un privato sembra essere l’unia via da percorrere per poter godere di un San Paolo completamente ristrutturato se non rifatto ex novo. Il Comune di Napoli non ha fondi. E non ne avrà. Una debole speranza è legata ai fondi per le Universiadi. Con quei fondi sono previsti interventi di ristrutturazione, non dissimili da quelli già effettuati negli ultimi anni. Insomma, nulla di particolare. «Se dovesse venire De Laurentiis o un altro con un cifra congrua, non la riterremmo una follia. Il San Paolo non è certo il Maschio Angioino o il Castel dell’Ovo, per i quali direi di no. Resto contrario perché vogliamo che sia lo stadio della città, ma non è impensabile», ha chiosato. Non resta che osservare. E valutare.

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